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Pubblicato il 25/03/2011
Modificato il 25/03/2011
Un trend, già in atto da qualche anno, che si conferma con punte più elevate al Centro-Nord. Un fenomeno indice di un disagio in cui pesano, probabilmente, anche il clima sociale di incertezza e la crisi economica che già incide su molti comportamenti: gli italiani, infatti, rinunciano sempre più spesso alle cure odontoiatriche, a mettere in tavola alimenti salutari e a praticare un'attività sportiva, proprio perché mancano le risorse economiche, come si evince dal "Rapporto Osserva Salute 2010" dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, presentato nella capitale.
L'utilizzo di questi farmaci, anche per le forme depressive più lievi di ansia e attacchi di panico, è spesso appannaggio dei medici di medicina generale, più che degli specialisti, con una conseguente maggior diffusione nella popolazione. Il crescente utilizzo di antidepressivi - si legge nel Rapporto - può essere spiegato con i cambiamenti culturali perché le patologie come ansia e depressione sono meno stigmatizzate dalla popolazione. Bisogna però tenere in considerazione che questi farmaci vengono utilizzati anche per patologie non strettamente psichiatriche, come per la terapia del dolore, nei cui confronti si sta assistendo in Italia ad un cambiamento culturale nella prescrizione e utilizzo dei farmaci.
Le regioni del Centro-Nord (in particolare provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria) risultano avere maggiori consumi rispetto a quelle del Sud (Puglia, Basilicata, Molise) nelle quali si registra, comunque, un trend in aumento, tranne che per la Sardegna, i cui consumi si avvicinano a quelli delle regioni settentrionali. Una differenza che potrebbe essere spiegata da un diverso utilizzo dei servizi psichiatrici e dai diversi stili di vita. Dal 2005 al 2007 si registra un aumento a livello nazionale e in quasi tutte le regioni. Le uniche eccezioni sono rappresentate dalla provincia autonoma di Bolzano, dal Friuli Venezia Giulia e dal Lazio che mostrano un trend in discesa dei consumatori e dalle Marche che mostra, invece, valori stabili al di sotto della media nazionale.
In generale, l'accesso ai SerT (i servizi per il tossicodipendenti) per consumo di cocaina è aumentata dal 2003 al 2007, anno in cui più di 4 abitanti su 10.000 risultano in cura. Trend confermato anche dalle indagini europee che mostrano un crescente aumento nell'abuso di questa sostanza. Le regioni che mostrano valori decisamente sopra la media sono: Lombardia (che mostra i valori più elevati nel contesto nazionale) e Campania, mentre il Lazio mostra un trend in discesa rispetto ai dati precedenti, con valori che restano comunque elevati. Regioni come Valle d'Aosta, Veneto, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sardegna, pur mantenendo valori al di sotto o leggermente superiori alla media nazionale, hanno visto, negli ultimi due anni considerati (2005- 2007), raddoppiare l'accesso alle cure per dipendenza da cocaina.
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Fonti:
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