Scritto da Daniela Gallotti, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)
Pubblicato il 16/09/2015
Modificato il 31/08/2010
Il virus dell'HIV è il virus responsabile dell'AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita. La scoperta del virus, originariamente denominato HTLV-II o LAV, risale al 1984, ma più di recente è stato individuato un secondo virus responsabile della malattia, l'HIV2: il primo ceppo è diffuso soprattutto in Europa, America e Africa centrale, mentre il secondo è localizzato perlopiù in Africa occidentale e Asia. L'HIV penetra nei linfociti, li distrugge e provoca una grave alterazione della risposta immunitaria dell'individuo, che diventa così estremamente vulnerabile alle malattie, come le infezioni (soprattutto la polmonite) e i tumori (come il carcinoma della pelle). Si chiamano infatti infezioni opprortunistiche tutte quelle infezioni causate da una serie di microrganismi: questi microrganismi sono normalmente presenti nell'ambiente così come nel corpo umano stesso ma, se in un soggetto sano non provocano alcuna malattia, in un individuo immunodepresso possono portare anche alla morte. Ad oggi non esiste una cura o un vaccino che possa sconfiggere l'AIDS, ma le terapie farmacologiche permettono di impedire la replicazione del virus dell'HIV e quindi di ridurre i danni al sistema immunitario.
Il legame tra HIV e droghe
La trasmissione sessuale è la modalità più frequente di contagio dell'HIV con una percentuale dell'85%: il virus passa attraverso il fluido seminale o vaginale, ed aumenta in caso di stati infiammatori agli organi genitali. Il rapporto anale è quello più a rischio perché la membrana dell'intestino è molto debole e le lacerazioni dell'epitelio anale, anche a causa della minore lubrificazione naturale, sono frequenti, con facile trasmissione dell'HIV. Anche se l'epitelio vaginale è più resistente e il rapporto vaginale meno a rischio, le donne sono esposte al contagio venti volte più degli uomini, probabilmente a causa della permanenza del fluido seminale infetto nell'organismo.
La seconda modalità di trasmissione è per contatto con sangue infetto, circostanza che avviene spesso tra tossicodipendenti per lo scambio di siringhe. Ecco perché, in caso di iniezione endovenosa, ago e siringa devono sempre essere perfettamente sterili.
Distinguiamo HIV e AIDS
L'HIV e l'AIDS non sono la medesima cosa: il primo è il virus e il secondo è la malattia. Le persone che contraggono il virus dell'HIV, dette sieropositive, non sono automaticamente malate di AIDS. L'evoluzione del virus dell'HIV nella sindrome dell'AIDS può avvenire anche dopo 10 o 20 anni dal contagio, e solo quando l'infezione da HIV supera una determinata soglia di invasione delle difese immunitarie si considera conclamata l'AIDS: ciò significa che essere portatori del virus dell'HIV non vuol dire essere malati di AIDS, ma anche che quando la malattia non è ancora conclamata, il soggetto resta portatore del virus e può quindi rendersi responsabile di contagio.
- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
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