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Pubblicato il 24/06/2011
Modificato il 24/06/2011
Sarà il sole, la sabbia o la possibilità di lanciarsi in terra senza rischi a scatenare la passione per il beach volley degli italiani. Un vero e proprio boom: tra giugno e ottobre gli appassionati arrivano a superare quota 100 mila.
Ben dieci volte il numero dei tesserati ufficiali (10.243) che praticano questo sport, derivato dalla pallavolo, tutto l'anno. Un riconoscimento coronato dalla scelta di Roma come sede dei campionati del mondo.
Ma secondo gli esperti per praticare senza rischi il beach volley bisogna avere un fisico da 'superman', o meglio da decatleta. Altrimenti a rimetterci è la salute: il 20% di chi si cimenta in questo sport è colpito dalla sindrome da 'conflitto alla spalla'.
"Nel beach volley la stessa persona deve ricevere, saltare e attaccare - spiega Glauco Ranocchi, team manager per le squadre nazionali femminili di beach volley della Federazione Italiana di Pallavolo (FIPAV) - quindi il fisico del giocatore deve essere completo e universale, come quello, ad esempio, del decatleta olimpico. Inoltre, la sabbia è un terreno più pesante per gli spostamenti veloci e il costo energetico arriva a essere molto alto: in un'ora si bruciano anche 700 calorie". Per gli specialisti a incidere maggiormente negli infortuni del beach volley sono i traumi legati alla spalla.
"La schiacciata - sottolinea il team manager - può essere la causa della sindrome da conflitto. Una patologia della spalla i cui sintomi tipici sono il dolore, la perdita di movimento e la debolezza. Ne soffre il 20% dei praticanti". Sono invece meno diffuse, rispetto alla pallavolo 'indoor', le tendinopatie rotule e le distorsioni.
"Durante una partita di beach volley si consumano oltre 700 calorie - afferma il team manager - quindi è assolutamente necessario reintegrare i liquidi perché aumenta esponenzialmente la sudorazione e la frequenza cardiaca. Poi, evitare di giocare nelle ore più calde della giornata e indossare un paio di occhiali scuri per proteggersi dai raggi solari. Se invece inizia a far male la spalla, meglio optare - suggerisce - per il trattamento conservativo: ovvero impacchi di ghiaccio, riposo e soprattutto trattamento fisioterapico. Quindi una buona terapia manuale e il recupero del controllo e della forza muscolare". Quello della pericolosità della sabbia per le articolazioni è un falso mito che i dirigenti della FIPAV ci tengono a sfatare: "Il materiale granulare della spiaggia è un ottimo fattore allenante e ammortizza le cadute: dissipa molto le ricadute del salto - osserva Ranocchi - e a beneficiarne sono le ginocchia e le caviglie. Infatti le problematiche relative a queste articolazioni sono nettamente inferiori rispetto a quelle della pallavolo. E laddove si possa verificare una distorsione, il terreno asseconda e non accresce il trauma".
Non tutte le sabbie sono uguali. Infatti a livello internazionale ci sono dei riferimenti precisi da rispettare per predisporre il terreno di gioco dei campi da beach volley. Soprattutto se le grandi manifestazioni, come le prossime 'Word series' che si svolgeranno a Roma, avvengono a parecchi chilometri di distanza dal mare. Ma per i migliori giocatori del ranking mondiale non è assolutamente un problema.
Abituati anche a frequentare insolite mete al Nord Europa per partecipare ai tornei professionistici. "Può capitare di giocare in Norvegia su sabbia bagnata dalla pioggia - racconta l'esperto - quindi molto più compatta rispetto a quella assolata. Oppure a Marsiglia, dove i campi sono più duri perché hanno un arenile diverso rispetto a quella italiana. Elementi - prosegue - che aumentano in piccola percentuale le problematiche muscolari al termine di questi tornei rispetto agli omologhi in altre località europee". Ogni campo da beach volley deve essere costituito da uno spessore sabbioso alto 50 cm. "Per i mondiali di Roma è stata scelta una tipologia soffice e morbida - suggerisce l'allenatore federale - che viene dal litorale di Latina. Estratta da una cava che produce sabbia con una granulosità particolare molto adatta a questo tipo di sport".
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Fonti:
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