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Pubblicato il 04/06/2011
Modificato il 04/06/2011
Le donne in età riproduttiva con ovaio policistico devono tenere d'occhio la salute del proprio cuore più delle coetanee che non ne soffrono, perché hanno più possibilità di sviluppare negli anni patologie cardiovascolari e disturbi metabolici. E' quanto emerge da uno studio coordinato dalla Dr. Rosanna Apa dell'Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'Università Cattolica di Roma e realizzato in collaborazione con l'Istituto di Cardiologia dell'Ateneo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale 'Fertility e Sterility'. La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è il più frequente disturbo ormonale delle donne in età riproduttiva. Colpisce il 5-10% della popolazione femminile, provoca disagi importanti e si manifesta con mancanza o ritardi (40- 60 giorni) delle mestruazioni, infertilità, obesità, irsutismo e acne. Inoltre, c'è un temibile effetto 'a lungo termine': la sindrome può essere la spia precoce di importanti patologie nell'età adulta, in primis le malattie cardiovascolari. Queste patologie, secondo lo studio di ginecologi e cardiologi dell'Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, sembrano preferire le donne che soffrono di ovaio policistico. Pertanto, suggeriscono i ricercatori della Cattolica, "è necessario mettere a punto per loro strategie di prevenzione più accurate per limitare questi rischi". E spiega Dr. Rosanna Apa: "E' noto che le giovani donne abbiano un minore rischio di eventi cardiaci, ma questa protezione biologica si affievolisce dopo la menopausa lasciandole vulnerabili a sviluppare malattie cardiovascolari nel corso degli anni". Uno studio condotto dall'Istituto di Cardiologia della Cattolica aveva dimostrato che pazienti affetti da angina instabile presentavano un'espansione di una peculiare sottopopolazione di linfociti T (definiti CD 28 null) nel sangue periferico. I ricercatori dell'Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica della Cattolica, partendo da questo dato, hanno studiato la presenza di tali linfociti in donne affette da policistosi ovarica e in un gruppo di controllo di donne sane, riscontrando che i linfociti sono significativamente più numerosi nelle donne affette da PCOS. La ricerca ha coinvolto 30 donne con ovaio policistico tra i 18 a 37 anni d'età, con anamnesi negativa per patologie cardiovascolari. Le giovani presentavano essenzialmente disturbi del ciclo (mestruazioni scarse o assenti); segni di iperandrogenismo, cioè di sviluppo di caratteri maschili come eccessiva crescita dei peli su viso, petto e addome; acne e infertilità. La novità del lavoro è stata quella di identificare in queste donne un'anomalia del sistema immunitario sovrapponibile a quella descritta in caso d'angina instabile, dunque un possibile marker di rischio.
Per approfondire: Vedi Link oppure Dr. Rosanna Apa
Fonti:
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