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Pubblicato il 02/06/2011
Modificato il 02/06/2011
La differenza sta tutta nella grelina, l'ormone della sazietà sotto i riflettori della scienza che l'ha eletta nuova arma nella lotta all'epidemia di obesità. Secondo uno studio italiano pubblicato sulla rivista 'Hormone and Metabolic Research', coordinato da Livio Luzi dell'Università degli Studi di Milano, optando per alcuni snack piuttosto che per altri è possibile assicurarsi una 'scarica' di grelina: i livelli di questo ormone nel sangue aumentano, la fame si placa e torna a farsi sentire solo dopo un periodo più lungo. Risultato: meno rischi di 'overdose' calorica nell'arco della giornata. "La premessa da fare - spiega Luzi, Professore Ordinario di Endocrinologia all'Università degli Studi di Milano e Direttore del Centro di Ricerca sui Metabolismi all'IRCCS Policlinico San Donato - è che troppo spesso, erroneamente o con superficialità, la colpa del dilagare dell'obesità viene data agli snack commerciali. Con questo studio abbiamo cercato di andare più a fondo e ci siamo chiesti: dal punto di vista nutrizionale tutti gli snack sono uguali? La risposta è no".
In particolare, dalla ricerca risulta che "fra 6 diversi snack dolci analizzati, a parità di carboidrati assunti - precisa l'esperto - il wafer al cioccolato ripieno di latte e nocciola è associato ai livelli più elevati di grelina". In altre parole, sazia di più. Considerando la praticità che fa degli snack gli 'spezzafame' preferiti da giovani e non, soprattutto in estate, "possiamo dire - evidenzia Luzi - che un prodotto in grado di assicurare livelli più elevati di grelina può essere considerato una buona merenda estiva. Se poi, approfittando del maggior tempo libero, associamo questo tipo di snack a un'attività fisica, anche semplice come una passeggiata, ecco pronta la 'ricetta' per tenersi in forma assicurandosi la giusta dose di energia". Considerare nel complesso il 'capitolo snack' senza operare dei distinguo fra prodotto e prodotto, sottolinea Luzi, è sbagliato perché il valore nutrizionale di un alimento dipende da numerose variabili. "Innanzitutto dal contenuto in macronutrienti, ossia carboidrati, grassi e proteine che possono trovarsi 'mixati' in proporzioni diverse nei vari cibi o snack", puntualizza l'esperto. "Ma contano anche altre variabili, e le due principali sono digeribilità e assorbimento". Perché se un alimento è perfetto, ma i suoi nutrienti non riescono a entrare in circolo, il suo beneficio sull'organismo è praticamente nullo. Per non fare di tutta l'erba un fascio, dunque, Luzi e colleghi hanno passato in rassegna 6 tipi di snack commerciali dolci: "Cioccolato al latte, wafer al cioccolato, wafer al cioccolato ripieno di latte e nocciola, una merendina fresca a base di latte e cioccolato e due tipi di praline", elenca lo specialista.
"Abbiamo arruolato 20 volontari sani fra studenti e dipendenti dell'Istituto Scientifico-Universitario San Raffaele di Milano, il cui comitato etico ha approvato lo studio, e li abbiamo sottoposti tutti a 7 test: a tutti i 'reclutati' è stata somministrata la stessa quantità di zuccheri, 50 grammi, o sotto forma di glucosio puro o sotto forma di uno dei 6 diversi snack analizzati". Il team di ricerca è ha quindi misurato diversi parametri. "In particolare - dice Luzi - abbiamo valutato la variazione dei livelli di zucchero nel sangue dopo l'assunzione di carboidrati, rispetto alla glicemia basale; abbiamo esaminato la variazione dei livelli di insulina e soprattutto la variazione dei livelli di grelina", l'ormone della sazietà. "La grelina è un ormone prodotto da un'area dello stomaco chiamata antro gastrico - ricorda Luzi - che agisce a livello del sistema nervoso centrale, determinando una sensazione di sazietà. Un elemento molto importante - fa notare l'esperto - perché paradossalmente uno snack può contenere più grassi di un altro, e quindi in termini assoluti essere ritenuto più dannoso, e invece il fatto di saziare di più lo rende anche più efficace nel tenere sotto controllo la fame per più tempo". Dallo studio è emerso che, nonostante fosse stata somministrata la stessa quantità di carboidrati, "la risposta glicemica cambiava a seconda del tipo di prodotto somministrato. La risposta glicemica maggiore si è avuta naturalmente con il glucosio puro, mentre valori molto bassi sono stati osservati per il wafer al cioccolato ripieno di latte e nocciola e per la merendina fresca a base di latte e cioccolato. E il wafer ripieno è risultato anche lo snack che determina il rilascio più appropriato di ormone grelina". Si è trattato di "un'indagine molto approfondita - tiene a precisare Luzi - perché su ognuno dei 20 volontari sono stati fatti 7 test, per un totale di 140 giorni di lavoro. Il concetto emerso è che non tutti snack sono equivalenti", avverte lo specialista: "Dal punto di vista nutrizionale alcuni funzionano meglio di altri, limitando il picco glicemico post-snack" e soprattutto 'sguinzagliando' più grelina, quindi "saziando di più e riducendo la ricerca di nuovo cibo per un periodo superiore. Sono queste - conclude Luzi - le caratteristiche degli snack che andrebbero preferiti".
Per approfondire vedi: Prof. Livio Luzi
Fonti:
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