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Svezzamento: introduzione di cibi solidi o semisolidi nell'alimentazione del bambino

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Scritto da

Gaia Cortese, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)


Pubblicato il 14/06/2010

Modificato il 14/06/2010

Lo svezzamento è il progressivo passaggio del neonato da un’alimentazione a base di solo latte, tipica dei primi mesi di vita, ad una composta anche di cibi solidi o semisolidi. In genere lo svezzamento viene iniziato non prima dei 4 mesi e non oltre i 6 mesi (secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità il periodo opportuno è al compimento del sesto mese, fase che coincide normalmente con la comparsa dei primi denti). La sequenza dell’introduzione degli alimenti è soggettiva, ma generalmente prevede l’introduzione progressiva di verdura, frutta e cereali (dopo i 6 mesi anche quelli con il glutine), carne e pesce (sempre verso i 6 mesi), uovo (dopo gli 8-10 mesi), pomodoro (dopo i 10-12 mesi). La regola di base per lo svezzamento è il rispetto dei bisogni e dei tempi del bambino, che in nessun modo deve essere forzato, per evitare stati di ansia e crisi di pianto al momento del pasto che possono persistere negli anni.

 

Le regole base
Uno svezzamento corretto ha le sue regole. Innanzitutto gli alimenti devono essere composti da singoli ingredienti; i nuovi alimenti devono essere introdotti uno alla volta; il glutine e vegetali con nitrati come gli spinaci vanno evitati fino ai 6 mesi di età; zucchero e sale non vanno mai aggiunti alla pappa; il latte vaccino non deve essere offerto prima dell’anno di vita; nel primo semestre non vanno somministrati cibi potenzialmente allergizzanti.

 

Lo svezzamento ha i suoi tempi
Uno svezzamento precoce comporta dei rischi sia per le mamme sia per i bambini: oltre a una riduzione dell’effetto protettivo dell’allattamento sulla mamma, il bambino potrebbe soffrire di diarrea, di una sensibilizzazione allergica, di un eccessivo carico di soluti. A sua volta uno svezzamento ritardato potrebbe portare a un rallentamento della crescita, a un inadeguato apporto di ferro, zinco, calcio, rame e ad una depressione immunitaria da deficit energetico e proteico.
È sempre comunque bene affidarsi al pediatra che, seguendo la crescita del neonato, sa indicare caso per caso modalità, quantità e tempi dello svezzamento.



Fonti:

- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link





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