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Osteoporosi: fenomeno di progressiva rarefazione ossea

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Scritto da

Daniela Gallotti, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)


Pubblicato il 04/08/2010

Modificato il 04/08/2010

L'osteoporosi è una malattia caratterizzata da una progressiva riduzione ossea: l'assottigliamento delle ossa e quindi il loro lento indebolimento può essere causato da altre malattie concomitanti, da terapie farmacologiche croniche, da disturbi ormonali, forme ereditarie e carenze nell'alimentazione, oppure può essere dovuta molto semplicemente all'età. È questa infatti la forma di osteoporosi più comune: il processo di rarefazione ossea è infatti inevitabile a partire dai 40-50 anni e colpisce tutti gli individui, con un'incidenza maggiore sulle donne perché più soggette a squilibri ormonali nel periodo della menopausa.

 

I sintomi dell'osteoporosi.
L'osteoporosi si manifesta con dolori come il mal di schiena e soprattutto con una maggiore predisposizione alle fratture, soprattutto delle ossa della mano, del piede e del collo del femore. A provocare le fratture possono essere movimenti semplici come un piede male appoggiato oppure il sollevamento di un peso. I sintomi diventano evidenti quando l'osteoporosi provoca microfratture o schiacchiamenti della colonna vertebrale, dal livello cervicale a quello lombare.

 

Diagnosi e terapie per l'osteoporosi.
Le normali radiografie non sono sufficienti per una diagnosi certa dell'osteoporosi: l'esame più efficace è la densitometria ossea che permette di distinguere tra un'osteopenia, ossia una deviazione standard dai normali valori di densità ossea, e stadi di osteoporosi a rischio di fratture, anche vertebrali. Alcuni esami di laboratorio sono poi utili per verificare non tanto la presenza della malattia quanto la risposta dell'organismo alle terapie: sono indicatori importanti, per esempio, la calcemia (ossia la concentrazione di calcio nel sangue), del cortisolo (ormone prodotto dalla corticale surrenale) o della fosfatasi alcalina ossea (enzima che deriva in gran parte dalle ossa).
La terapia per la cura dell'osteoporosi consiste nell'integrazione di vitamina D3, calcio e magnesio, e nella somministrazione di bifosfonati o di farmaci come lo stronzio ranelato che inibiscono l'azione degli osteoclasti, ossia di quelle cellule che hanno il compito di erodere e rinnovare la sostanza ossea, e stimolano invece l'attività degli osteoblasti, preposti alla formazione del tessuto osseo. Molto utile la terapia ormonale sostitutiva per le donne in menopausa, ma anche per gli uomini.
Fondamentale la prevenzione, con l'attività fisica e una dieta ricca di calcio e vitamina D.

 

 



Fonti:

- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link





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