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Esiste una classificazione ufficiale delle acque termali

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Scritto da

Rachele Sardella


Pubblicato il 01/12/2011

Modificato il 01/12/2011

La classificazione delle acque termali di Marotta e Sica (1933), malgrado sia imperfetta, rimane ancora oggi la più vicina alle necessità identificative espresse dall'idro­logia e rappresenta in Italia la classificazione cui è subordinata l'autorizzazione all'utilizzo di ac­que termali. 

 

Le diverse acque. In sostanziale accordo ai parametri di Marotta e Sica, attualmente la classificazione delle acque termali è la seguente:

1. acque oligominerali

2. acque solfuree

3. acque salsobromoiodiche

4. acque radioattive

5. acque salse e clorurosodiche

6. acque solfate

7. acque bicarbonate

8. acque carboniche

9. acque arsenicali ferruginose 

 

I meccanismi di azione. Le azioni biologiche delle acque termali sono suddivise in specifiche e aspecifiche che a loro volta possono essere considerate a livello locale e/o generale.

Possiamo cosi avere:

- azione specifica generale

- azione aspecifica generale

- azione specifica locale

- azione aspecifica locale. 

 

L'azione specifica è quella propria di ogni tipo di acqua termale, legata alla particolare composizione chimica dell'acqua stessa. 

 

L'azione aspecifica è comune a tutte le acque termali ed è in relazione al metodo di applicazione che può essere molto differenziato.

Un mezzo idrominerale termale può infatti essere impiegato alto stato liquido (bagno, bibita, irrigazione), gassoso (humage, insufflazione, vapore), solido o semisolido (fango). 

 

L'azione generale. Rappresenta la risposta di tutto l'organismo alla terapia. 

 

L'azione locale. Per azione locale si intende l'effetto biologico diretto sulla regione anatomica cui si rivolge la terapia (es. intestino, circolazione, muscolatura).

Questo tipo di azione, nella classificazione delle acque termali, non è sempre distinguibile dall'azione generale.

Ad esempio l'antroterapia (grotte vaporose) che coinvolge tutto l'organismo può avere anche un'azione locale su un organo specifico sofferente.

E cosi una fangoterapia ad un arto può produrre, oltre a un'azione locale, un beneficio generalizzato per l'aumento del volume del sangue (effetto iperemizzante).



Fonti:

Elementi di idrologia medica per il corso di idrologia e climatologia medica - Roberto Gualtierotti - Edizioni Libreria dello Studente, Milano, 1974

Manuale di medicina termale - Agostini, G - Archimedica Editori, Torino, 2000





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