Le acque termali radioattive. La loro radioattività è dovuta alla presenza in quantità minime di elementi radioattivi che possono avere tipologie diverse ma di solito sono costituiti da: radio, radon, torio, attinio, uranio.
La radioattività si misura in nC - nanocurie - e l'acqua per essere considerata radioattiva ne deve contenere almeno 1 per litro.
A fugare l'idea che esistano rischi è dimostrato che l'organismo non ha la capacità di accumulare radioattività dalle acque minerali ed è quindi necessario, proprio per la volubilità della componente radioattiva, bere queste acque velocemente prima che si perdano gli effetti terapeutici.
Le acque termali radioattive si suddividono in:
debolmente radioattive fino a 30 nC/l
mediamente radioattive da 30 150 nC/l
fortemente radioattive superiori a 150 nC/l
Il "magico" radon. L'elemento terapeutico più importante delle acque termali radioattive e anche più presente in quantità (sempre minime) è il radon, un gas disciolto nell'acqua che proviene da una particella alfa emanata da un atomo di radio.
Si tratta di una sostanza gassosa che, passando attraverso la cute e attraverso l'apparato respiratorio e quello digerente, penetra all'interno dell'organismo che lo assorbe in qualche ora e poi lo elimina.
Radioattività e biologia. Le radiazioni ionizzanti, caratteristiche della radioattività, hanno effetti biologici sull'organismo determinando la cessione di energia ai tessuti con frutti positivi per le cellule e il metabolismo.
La classificazione delle acque termali radioattive è determinata da una proprietà fisica, tuttavia la loro composizione chimica produce risultati terapeutici di per sé significativi.
Esistono infatti acque radioattive oligominerali, salsobromoiodiche, salse, solfate, ecc. che esplicano azioni differenziate in favore di patologie specifiche.
La sedazione del tessuto nervoso. La radioemanazione tende a concentrarsi nei lipidi e nel tessuto nervoso, che ne è ricco, sviluppando la propria azione benefica sedativa e analgesica sul sistema nervoso centrale e su quello periferico.
Queste acque determinano un aumento della cronassia (misura dell'eccitabilità espressa in millesimi di secondo) di un tessuto.
Alcune neuropatie periferiche trovano notevole beneficio al punto che la terapia con queste acque è efficace anche nei casi di osteoartrosi e di condizioni critiche osteoarticolari.
L'acido urico diventa solubile. Uno degli effetti risolutivi delle acque termali radioattive si esplica nella gotta e nelle iperuricemie grazie all'assunzione programmata alla fonte termale di acque radioattive in bibita.
Il meccanismo più evidente è il sensibile aumento della diuresi dal quale consegue un'accresciuta eliminazione degli urati.
Sono le membrane extrarenali che operano un'accentuata azione filtrante dell'acido urico situato negli spazi extracellulari, determinando un risultato terapeutico rilevante.
L'azione sull'asma bronchiale. Il radon denatura le proteine degli allergeni con un effetto desensibilizzante.
Nel caso dell'asma bronchiale allergica la terapia inalatoria deve essere stabilita dal medico curante o da quello termale.
In particolare comunque è stata verificata l'assenza di effetti collaterali tanto che alcune stazioni termali hanno come indicazione primaria l'asma bronchiale.
I genitali femminili rigenerati. Le acque radioattive agiscono sull'ipofisi e sulla tiroide determinando un aumento del metabolismo basale.
Questa funzione favorisce la regolarizzazione dei flussi mestruali e cura le patologie vaginali infiammatorie croniche e distrofiche
Elementi di idrologia medica per il corso di idrologia e climatologia medica - Roberto Gualtierotti - Edizioni Libreria dello Studente, Milano, 1974 Manuale di medicina termale - Agostini, G - Archimedica Editori, Torino, 2000
Fonti:
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