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Pubblicato il 16/02/2012
Modificato il 16/02/2012
Le infezioni batteriche sono sempre più causa di problemi di infertilità maschile.
Spesso senza sintomi, vengono scoperte solamente in occasione di un desiderio di paternità che stenta a concretizzarsi.
"Sono sempre più i casi di uomini con problemi di infertilità dettati da infezioni", spiega Manuel Pensis, referente del laboratorio di andrologia di ProCrea, centro di Medicina della Riproduzione di Lugano (Svizzera).
"In particolare, registriamo un aumento di pazienti con HPV, E. Coli e Clamidia: infezioni che sono asintomatiche, ma che possono provocare infertilità o comunque danneggiare la qualità del liquido spermatico". Le capacità riproduttive nell'uomo sono in calo: negli ultimi due decenni è stata riscontrata un diminuzione della quantità media degli spermatozoi prodotti con anche un significativo calo della motilità.
Continua Pensis: "Quantità e motilità sono anche tra i due indicatori più importanti che possono dare delle informazioni utili sulle capacità riproduttive in un uomo. Andando a danneggiarne una, oppure entrambe, ci troviamo davanti a una condizione di infertilità maschile".
Decisamente in aumento sono i casi di uomini nei quali è stato diagnosticato il papilloma virus senza che gli stessi ne fossero a conoscenza.
"Oltre al rischio di provocare il cancro alla propria partner, l'HPV nel liquido seminale può da un lato diminuire la fertilità: sull'apparato riproduttivo maschile questo virus può provocare l'astenozoospermia, ovvero ridotta o assente motilità degli spermatozoi che è una frequente causa di infertilità nell'uomo".
Prosegue il responsabile del laboratorio: "Per quanto molto diffuso, il batterio E. Coli rappresenta a sua volta un rischio per la fertilità dell'uomo: se arriva all'apparato genitale, può influire sulla qualità del liquido spermatico, quindi influire sul grado di fertilità".
Anche la clamidia è una infezione asintomatica che, se non curata, può portare all'infertilità nell'uomo. Riscontrata in misura minore "rappresenta però sempre un elemento che influisce negativamente sulle capacità fertili di un uomo", osserva Pensis.
Conclude Michael Jemec, specialista in Medicina della Riproduzione del centro ProCrea: "Il problema maggiore è quello della mancata prevenzione. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 30% dei nuovi casi di malattie sessualmente trasmissibili riguarda persone al di sotto dei 25 anni.
Occorre puntare sempre più sulla prevenzione: se da una parte registriamo una maggior sensibilità dei medici di famiglia e dei ginecologi nei confronti della salute riproduttiva maschile, troppo spesso gli uomini si sottopongono a controlli ancora tardi".
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Fonti:
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