Quasi tutti hanno sentito almeno una volta nella vita un fischio nell’orecchio. Se l’episodio si ripete in modo costante, si è davanti a un disturbo otorinolaringoiatrico che in termini medici si chiama acufene.
Secondo la definizione di Jastreboff, l’acufene è una qualunque sensazione uditiva percepita nelle orecchie – o nella testa – in assenza di uno stimolo sonoro esterno. In alcuni casi la sua presenza diventa costante e cronica, con un conseguente impatto psicologico invalidante.
Il paziente che soffre del disturbo che, per esempio, si manifesta come un fischio nell’orecchio, deve affrontare la difficoltà di avere poche informazioni e notizie spesso sbagliate provenienti da altre persone e da medici purtroppo non sempre molto competenti in materia.
Chi convive con l’acufene si sente incompreso in numerose circostanze, sia perché non tutti sono in grado di immedesimarsi nella situazione di difficoltà rappresentata dal costante ronzio nelle orecchie e nella testa, sia perché l’esito delle visite mediche è poco chiaro o nient’affatto incoraggiante.
Per affrontare con consapevolezza il problema, bisogna partire dal presupposto che avvertire un intenso fischio nell’orecchio è un disturbo che può avere origine in qualunque parte del sistema uditivo e che pertanto è da considerarsi come un sintomo e non come una patologia. Tranne in rari casi, l'acufene non dipende da malattie gravi ma è una conseguenza del danno cocleare, spesso fisiologico come la presbiacusia. A volte è potenziato da altri problemi come disfunzioni dell’articolazione cervicale o temporo-mandibolare, e diventa patologico e cronico anche a causa delle sensazioni negative che si sviluppano nel paziente che può essere molto stressato, ansioso o depresso.
È importante sapere che, dopo qualche tempo dall’apparire del disagio, gli acufeni vengono centralizzati, ovvero mantenuti e ricreati direttamente nel cervello, anche se la causa scatenante non è più presente.
Sebbene non esista ancora una pillola che lo faccia sparire, è corretto affermare che si può curare l’acufene.
Innanzitutto è necessario eliminare le associazioni negative che si sono create in risposta al problema stesso considerato, inconsciamente, una sorta di pericolo. È possibile farlo utilizzando la tecnica della TRT – Tinnitus Retraining Therapy – una terapia di riadattamento o meglio di riprogrammazione dell’acufene in grado di diminuire o eliminare l'intensità del fischio nell’orecchio.
La metodica si basa sul modello neuro-fisiologico di Jastreboff che spiega come tutti gli stimoli elettrici sonori passanti lungo le vie uditive, prima di giungere alla regione centrale corticale dell’udito e trasformarsi in suono cosciente, sono soggetti a un filtraggio lungo alcune zone sottocorticali del sistema nervoso autonomo, potendo così essere discriminati e quindi diminuiti, soppressi o anche amplificati.
Per esempio: quando siamo in un ambiente con l’aria condizionata, sentiamo il rumore del dispositivo ma in realtà non lo percepiamo. Infatti, il suono prodotto viene considerato poco importante e inutile per il cervello che, quindi, non ce lo fa sentire. Con il tempo e l’applicazione della TRT, sarà possibile raggiungere questa capacità di filtraggio non solo per i suoni irrilevanti ma anche per arrestare il fischio nell’orecchio che per molto tempo è invece stato interpretato erroneamente dal nostro cervello come uno stimolo di allarme assolutamente e paradossalmente necessario da percepire.
Di seguito un elenco delle cause scatenanti l’acufene e dei trattamenti per curarlo.
Cause dell’acufene:
- Presbiacusia.
- Danno acustico da esposizione a rumore.
- Assunzione di farmaci ototossici.
- Patologie dell'orecchio medio, es. versamenti endotimpanici.
- Patologie dell’orecchio interno, es. malattia di Menière.
- Patologie dell'orecchio esterno, es. tappo di cerume.
- Malattie croniche dell’orecchio, es. S. di Menière e otosclerosi.
- Patologie retrococleari, es. tumore benigno del nervo acustico.
- Disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare, es. bruxismo.
- Insufficienza vertebrale - carotidea, es. spondiloartrosi.
- Patologie dismetaboliche, es. diabete, ipercolesterolemia.
- Patologie cerebro-vascolari, es. TIA.
- Patologie neurologiche, es. Parkinson.
- Patologie autoimmuni, es. artrite reumatoide.
- Sindromi particolari, es. glomerulo nefriti.
- Carenze vitaminiche o di altri elementi fondamentali.
- Traumi cranici post-chirurgici.
La terapia per intervenire sul fischio nell’orecchio è personalizzata in base alle specifiche esigenze e caratteristiche del disturbo avvertito dal singolo paziente, ma ci sono degli esami da effettuare sempre:
- Visita otorinolaringoiatrica completa con esame audiometrico, impedenzometrico, acufenometria e fibro - endoscopia delle prime vie aeree.
- Esecuzione di altri esami e test a volte necessari e non ancora effettuati:
• ABR - prodotti di distorsione.
• RMN encefalo.
• Angio RMN encefalo-collo.
• Ecodoppler TSA.
• Prove otovestibolari.
• Visita gnantologica.
• Otoemissioni acustiche.
• Rx o RMN cervicale.
• Visita fisiatrico – ortopedica.
• Visita neurologico – psichiatrica.
• Esami ematochimici.
• Tac MXF.
- Visita di II livello o counseling: il paziente dovrà capire bene i meccanismi fisio-patologici e psicologici del percepire il fischio nell’orecchio e di conseguenza comprendere l’efficacia delle terapie proposte.
- Applicazione di generatori sonori personali e/o ambientali che, producendo suoni a varie frequenze e venendo regolati per mascherare l'acufene sulla sua frequenza, ne riducano il fastidio facilitando il meccanismo dell'abitudine.
- Protesi acustiche particolari — open fitting – per i pazienti che presentino una ipoacusia importante. Infatti, il ripristino di una buona percezione del rumore ambientale aiuterà a mascherare il disagio uditivo.
- Terapie farmacologiche allo scopo di diminuire lo stato d’ansia o la depressione, pre-esistenti o spesso conseguenti al disturbo stesso, ma anche a migliorare la funzionalità del microcircolo vascolare dell’orecchio interno e a consentire un discreto riposo impedito dal ronzio costante.
- Tecniche di rilassamento come l’agopuntura.
- Terapia di supporto psicologico.
- Utilizzo di apparecchi ortodontici come il bite.
Il primo passo per la cura dell’acufene è rivolgersi a un otorinolaringoiatra esperto nel trattamento di questo problema che, partendo da un fischio nell’orecchio e nella testa, rischia di compromettere la salute psichica e di tutto il corpo.
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TL159 ha commentato:
Sono contento che il mio articolo le sia servito..... lo scopo principale del counseling sta propio nel fare capire per bene al paziente cosa e' l'acufene, che spesso invece è un problema troppo astratto e non spiegato a dovere. Le assicuro che se si riesce in questo, oltre ovviamente all'analizzare il problema per bene, si è già a metà strada verso il miglioramento degli acufeni.
maseo ha commentato:
Finalmente un articolo chiaro e molto intuitivo sulle cause e problematiche degli acufeni. Io purtroppo ne faccio parte di questa insidiosa patologia ho solo 52 anni con deficit uditivo per ipoacusia da rumore. Il grande miracolo della natura che quando dormi tutto svanisce e domani si ricomincia da capo.. L'articolo potrebbe interessare i tanti medici capaci di dire solamente "BISOGNA SAPER CONVIVERE"..... vi sfido a farlo... Di nuovo grazie.....