Scritto da Gaia Cortese, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)
Pubblicato il 07/06/2010
Modificato il 07/06/2010
L’ictus è causato nel 90% dei casi da una riduzione del flusso sanguigno (ischemia) e nel restante 10% dalla rottura di un vaso sanguigno (emorragia). Ischemia o emorragia causano una mancata ossigenazione della parte del cervello nutrita dal vaso ostruito o danneggiato, che in una decina di minuti va incontro a necrosi. La parte coinvolta di solito è posta nella parte destra o nella parte sinistra del cervello e per questo motivo anche i sintomi sono lateralizzati. Si può perdere la sensibilità o accusare una paralisi in un lato del corpo o del viso, avere difficoltà nel linguaggio, perdere coscienza, avere una visione sdoppiata.
Non sempre l’ictus si manifesta allo stesso modo
Se l’ictus ischemico è transitorio si tratta di TIA (Transient Ischemic Attack): in questo caso i sintomi si risolvono in 24 ore e, se riconosciuti in tempo, permettono di prevenire il manifestarsi di un ictus. In alcuni casi l’ischemia colpisce una parte cerebrale meno sensibile e l’ictus può non causare sintomi e passare inosservato.
Sintomi e post ictus cerebrale
L’aterosclerosi è la principale patologia che causa l’ictus cerebrale. I vasi sanguigni che portano sangue al cervello, in particolare le carotidi, possono essere occlusi da placche che, lacerandosi improvvisamente, formano coaguli che vanno ad occludere i capillari che arrivano alle diverse parti del cervello. Farmaci antiaggreganti e contro la trombosi rappresentano la terapia per curare l’ictus cerebrale. Quando l’ictus causa un danno permanente del tessuto nervoso è la terapia riabilitativa che può migliorare la situazione dal momento che altre regioni cerebrali possono attivarsi per sostituire in parte la funzionalità persa.
I fattori di rischio
Alcune persone sono più soggette al rischio di ictus: se alcuni fattori di rischio non sono modificabili (come l'età, il sesso, l'ereditarietà, la razza o la posizione geografica), altri invece sono suscettibili di azioni preventive. Il rischio di ictus aumenta infatti nei fumatori, con un'incidenza che varia a seconda dell'età; chi beve non più di due unità giornaliere di alcol (un'unità corriponde a un bicchiere di vino o a una lattina di birra), risulterebbe più protetto nei confronti dell'ictus, mentre chi supera le sette unità giornaliere corre un rischio di ictus tre volte superiore.
Il rischio è anche associato a patologie come il diabete: vista la tendenza all'ipercoagulabilità, il paziente diabetico corre un rischio 4 volte più alto di ictus rispetto a un soggetto sano. Sono comunque l'ipertensione e le cardiopatie ad aumentare l'incidenza dell'ictus: la fibrillazione atriale è la causa dell'85% dei casi di ictus ricondicibili ad aritmie cardiache; dopo un infarto, il rischio di ictus cresce dell'1-2% all'anno. Non è stato ancora dimostrato, invece, il nesso tra elevati valori di colesterolo e ictus.
- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
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giovanna26 ha commentato:
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