Scritto da Francesco S. Cantù, giornalista pubblicista (Ordine giornalisti della Lombardia) tessera N° 118321
Pubblicato il 08/10/2009
Modificato il 08/10/2009
L’infarto è una necrosi ischemica del miocardio, ossia una necrosi del tessuto muscolare cardiaco insorta a causa di una mancata irrorazione sanguigna e favorita da molteplici fattori di tipo vascolare: ipertensione arteriosa, fumo, iperlipidemie (ipercolesterolemia, ecc.), sindrome metabolica, diabete, familiarità per cardiopatie.
L’insorgenza dell’infarto presenta dolore prolungato oltre i 30 minuti, in genere di tipo costrittivo o oppressivo, a livello toracico precordiale, regione pettorale anteriore al cuore, retrosternale o epigastrico, che può irradiarsi tipicamente al braccio sinistro, ma anche al collo o alla mandibola. L’infarto può insorgere in seguito a sforzi fisici, intense emozioni, digestioni elaborate, ecc. Altri segni e sintomi di accompagnamento sono il pallore, la sudorazione, la nausea o il vomito e l’ansia, ma in alcuni casi vi è una totale assenza di sintomatologia e pertanto tali infarti “silenti” si diagnosticano casualmente.
È importante distinguere l’infarto da altre patologie quali l’angina pectoris instabile, l’angina variante di Prinzmetal, caratterizzate entrambe da dolore che si riduce in genere dopo 15-20 minuti e che regrediscono dopo somministrazione di nitroderivati.
La diagnosi si effettua con l’elettrocardiogramma. Inoltre è importante valutare alcuni esami ematochimici in cui, in caso d’infarto , vi è un aumento dei markers biochimici (CK-MB e troponine). Ulteriori indagini più approfondite sono l’ecocardiogramma e la scintigrafia perfusionale, importanti anche per la diagnosi differenziale.
Per quanto riguarda la terapia, è importante il ricovero immediato per poter diagnosticare l’eventuale infarto in atto e intervenire con le cure del caso: nitroglicerina, fibrinolisi, ossigeno, morfina, ecc.
1. In caso di dolore al petto è importante effettuare un’elettrocardiogramma?
Certamente, soprattutto se ci si trova di fronte a soggetti con familiarità positiva per disturbi cardiaci.
2. È vero che gli uomini sono più soggetti a infarto rispetto alle donne?
Durante l’età fertile nella donna, gli estrogeni, gli ormoni femminili, la proteggono e perciò è meno predisposta.
3. Nel caso di un dolore nella regione presternale in un uomo di 30 anni, è giusto avere il dubbio di trovarsi di fronte a un infarto?
Purtroppo l’infarto può insorgere anche in giovane età. Le statistiche rilevano infatti che l’età media nell’uomo come nella donna, negli ultimi anni si è abbassata notevolmente, probabilmente a causa dello stress, sempre più incalzante, delle cattive abitudini dietetiche e della vita sedentaria.
4. È vero che fumare e assumere la pillola anticoncezionale aumenta il rischio di avere un infarto?
Dai dati della letteratura risulta che questa associazione è particolarmente dannosa per la salute della donna.
5. La menopausa è un evento che può favorire l’infarto nella donna?
Con la menopausa vi è un calo degli estrogeni, gli ormoni femminili che proteggono la donna dai danni a carico del cuore, perciò in questo periodo l’incidenza di infarto tende ad allinearsi con quella maschile.
6. Ci sono disturbi gastrici che possono essere scambiati per un infarto?
Effettivamente ci sono alcune patologie gastriche, come l’ernia iatale, ecc., che possono dare una sintomatologia simile a quella dell’infarto miocardico, ma le indagini strumentali chiariscono il dubbio.
7. Una persona che ha avuto un infarto può continuare a praticare gli sport?
È fondamentale continuare a praticare dell’esercizio fisico, non solo per i benefici fisici, ma anche psicologici, che naturalmente deve essere adeguato. Sport adatti sono la camminata, il golf, il nuoto, la bicicletta.
8. Le emozioni di tipo affettivo possono essere nocive per chi ha avuto un infarto?
Certamente gli stress non fanno bene al cuore, ma se l’amore è ricambiato fa bene in tutti i sensi!
9. Avere rapporti sessuali può essere pericoloso per chi ha avuto un infarto?
È come per lo sport, dipende da come si pratica. Ci vuole buon senso e un po’ più di calma!
10. Provare dolore nella regione del petto è sempre indice di qualcosa di grave?
A volte, come abbiamo visto, si tratta di irradiazioni dolorifiche di provenienza gastrica, spesso invece, soprattutto d’inverno, può trattarsi di dolori intercostali transitori. Una visita dal proprio medico curante può tranquillizzare e togliere ogni dubbio.
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