Scritto da Daniela Gallotti, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)
Pubblicato il 16/09/2015
Modificato il 27/07/2010
I noduli sono la patologia tiroidea più diffusa, soprattutto tra la popolazione femminile: stando alle diagnosi, verrebbe da dire che la sua diffusione è piuttosto scarsa, ma dalle autopsie si è scoperto che la sua incidenza è molto più alta e che il problema sta semmai nel fatto che, in assenza di sintomi, è difficile individuare la malattia in tempo per la cura. Infatti non in tutti i casi i noduli tiroidei sono associati a un ingrandimento visibile della ghiandola, con la formazione del gozzo tiroideo. È proprio nel gozzo che si nascondono i noduli tiroidei: la formazione può essere singola o multipla e le dimensioni possono essere anche di qualche centimetro. L'autopalpazione è senza dubbio il riscontro più semplice e immediato per riconoscere eventuali noduli nella zona del collo, prima di procedere con un'ecografia: i noduli piccoli e solitari sono spesso asintomatici, mentre quelli di dimensioni superiori possono provocare compressione sugli organi vicini con disturbi alla respirazione, alla deglutizione e alla voce.
Non tutti i noduli tiroidei vengono per nuocere
Solo il 5% dei noduli tiroidei ha un'origine tumorale, di cui il carcinoma papillare è la forma più frequente. La maggior parte dei noduli resta di natura benigna.
È comunque meglio sottoporsi a esami diagnostici per riconoscere la natura dei noduli se in famiglia sono presenti alcuni casi di cancro tiroideo, se i noduli sono cresciuti rapidamente in consistenza, se è aumentato anche il volume dei linfonodi laterocervicali e se si sono manifestati disturbi da compressione (disfonia, disfagia).
Gli esami a cui sottoporsi per riconoscere la natura dei noduli tiroidei
Le indagini di laboratorio permettono di misurare il dosaggio di TSH, l'ormone ipofisario che controlla la tiroide, e degli ormoni tiroidei. Il dosaggio della calcitonina permette di identificare un eventuale carcinoma midollare della tiroide e quello degli anticorpi è in grado di riconoscere la presenza di un processo autoimmune in corso. Come abbiamo già detto, sono poi necessari esami strumentali come l'ecografia, per evidenziare struttura, dimensioni e contesto del nodulo, e soprattutto la scintigrafia tiroidea: un isotopo radioattivo dello iodio permette di distinguere i noduli funzionanti (caldi) da quelli non funzionanti (freddi). La diagnosi può essere di adenoma (benigno) o di carcinoma (maligno): in caso di tumore alla tiroide si procede con la chirurgia, ossia con un intervento di asportazione della tiroide e la somministrazione di una terapia sostitutiva di ormoni.
- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
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