Pubblicato il 11/04/2017
Modificato il 21/11/2017
I fumatori hanno accolto prima con sospetto e poi con entusiasmo il boom delle e-cig, meglio note come sigarette elettroniche. Il punto di forza di questo prodotto sul mercato da qualche anno è la riduzione dei rischi propri della classica sigaretta. Ma è davvero così? Ciò che spesso si dimentica, infatti, è che il pericolo resta, anche se è ridotto.
Secondo uno studio condotto dalla University College London, i livelli delle sostanze tossiche provenienti dalle e-cig sono più bassi, e quindi più sicuri, del fumo vero ma non sono del tutto innocue. A questa buona notizia si affianca quella meno rassicurante che riguarda la moda del dripping, diffusa negli USA specie tra i giovani che versano la nicotina liquida direttamente sui bulbi di riscaldamento della sigaretta così da avere piacere anche dal vapore maggiore. È un comportamento pericoloso perché, sebbene questi liquidi – aldeidi, vanilline e alcol – siano considerati sicuri se ingeriti, non se ne conoscono gli effetti se inalati ad alte temperature.
All’esito della ricerca inglese si affianca il risultato dell’indagine svolta dai ricercatori della Tobacco Control Unit della Fondazione dell’Istituto Tumori di Milano: le sigarette elettroniche e i dispositivi iQOS, quelli cioè che consentono di inalare tabacco senza provocare alcuna combustione, sono meno nocive delle tradizionali bionde ma restano pericolose.
Per valutare la qualità dei due prodotti, i ricercatori hanno analizzato le sostanze emesse nell’aria, in ambienti reali e non simulati, sia da e-cig che da IQOS. È emerso quanto riportato dal Dr Roberto Boffi, pneumologo che ha guidato la ricerca con Ario Ruprecht e altri collaboratori della Tobacco Control Unit dell’INT:
Black carbon e particolato: le sigarette elettroniche emettono quantità trascurabili, le iQOS 60, 75 e 100 volte meno rispettivamente per PM10, PM2,5, PM1 e 140 volte meno per il black carbon.
Aldeidi: presenti in misura significativa sia nelle iQOS sia nelle e-cig e in valori inferiori rispetto alla sigaretta tradizionale.
Acroleina: presente nelle iQOS in misura minore rispetto al tabacco tradizionale, è assente nelle sigarette elettroniche.
Nichel, cromo e stagno: le e-cig mostrano livelli di nichel maggiori di 4 volte rispetto alle sigarette tradizionali e concentrazioni minime di cromo, assenti invece nelle sigarette e nelle iQOS che mostrano elevati livelli di stagno, non riscontrati negli altri due tipi di prodotti da fumo.
IPA (idrocarburi policiclici aromatici): assenti in entrambi i nuovi dispositivi elettronici.
L’elenco riassunto dalla dichiarazione di Boffi mostra una sostanziale riduzione dei rischi del fumo grazie alla sigaretta elettronica e agli iQOS. Nonostante ciò, le sostanze emesse dai due dispositivi sono pur sempre altro che semplice vapore acqueo, e la presenza dei metalli come nichel e cromo restano rischiosi sia per il fumatore attivo che per quello passivo specie in caso di bambini, anziani e asmatici.
Resta invariato l’ulteriore rischio dibattuto sin dalla comparsa dei dispositivi elettronici per fumare: le e-cig e gli iQOS sono considerati totalmente innocui dai ragazzi che, pertanto, li scelgono per fumare prima di passare alla sigaretta tradizionale.
Non potendo impedire di fumare, per evitare problemi di salute diretti e indiretti, la soluzione potrebbe essere vietare la sigaretta elettronica e gli iQOS negli ambienti chiusi come già accade per la classica bionda.
Fonti: www.corrieresalute.it.
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