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Pubblicato il 14/07/2011
Modificato il 14/07/2011
Da esami clinici e radiologici a diagnosi errate: è una cifra enorme che, anche se fosse ridotta della metà, consentirebbe al nostro Paese di impiegare due miliardi annui per la ricerca e l'infrastrutturazione nella sanità. Lo afferma il sottosegretario all'Economia, Senatore Antonio Gentile. -E' un argomento - prosegue Gentile - sul quale sono intervenuto per la prima volta nel 2004 e che ha registrato interventi prestigiosi di adesione, dal Prof. Silvio Garattini al Prof. Giorgio Nardone e che oggi ripropongo all'esame di maggioranza ed opposizione e delle categorie professionali per generare una discussione condivisa che innanzitutto punti a rendere visibile il problema.
'Almeno 400 milioni all'anno - sostiene il sottosegretario - vengono spesi per accessi ai pronto soccorsi di soggetti recidivi che lamentano sintomatologie cardiovascolari inesistenti: anche in questi casi i medici sono naturalmente obbligati a verificare che non vi siano ischemie in atto, ma si moltiplicano i costi'. Il sottosegretario, nella nota, elenca alcune branche mediche dove si concentrano maggiormente le spese: radiologia, neuroradiologia, laboratorio analisi, e la spesa farmaceutica. 'Tac e Rmn continuano a registrare domande - prosegue - che rappresentano una sproporzione enorme rispetto alle reali necessità e spesso la buona volontà dei medici di base non basta ad agire da deterrente'.
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