Articolo a cura della Dott.ssa Marcella Cannalire, Specialista in Psicoterapia, in collaborazione con la psicologa Dott.ssa Monica Felisetti.
Per la donna, il corpo ha come centro un organo generativo interno, una cavità da coprire e a cui aggiungere. Anche i capelli rappresentano un modo di vestire il corpo: i capelli lunghi sono il codice standard della femminilità, e tutte le varianti e le inversioni giocano sulle identificazioni, come il corto mascolino o sbarazzino e moderno.
Si dice che quando una donna cambia taglio o colore di capelli lo fa perché sta attraversando una trasformazione nella sua vita. In effetti, modificare in modo sostanziale la propria immagine attraverso i capelli manifesta un cambiamento soggettivo o di rappresentazione di sé nei confronti degli altri e rispetto a una cultura di appartenenza.
La donna riversa sui propri capelli importanti significati di bellezza e seduzione. I capelli femminili sono investiti del potere di rappresentazione e seduzione più nella donna che nell’uomo, ciò spiega la maggiore cura che una lei ha verso i propri capelli e la propensione al cambiamento.
A volte, un gesto può servirsi della chioma femminile per evocare un messaggio trascendente, mistico. Come nel caso della Maddalena, “Colei che ha tanto amato” che, secondo i vangeli, con i propri capelli asciuga i piedi di Cristo dopo averli bagnati di lacrime. In questo caso, i capelli raccolgono e sottolineano il dolore della Maddalena trasformandosi in un’espressione di spiritualità.
Nel corso dei secoli il taglio dei capelli di una donna ha assunto significati diversi, e ancor più la scelta di raderli. Nel Medioevo, le donne subivano il taglio dei capelli prima di essere arse al rogo perché considerate streghe, come segno di estrema umiliazione, una riduzione di status attraverso la cancellazione del potere seduttivo e, di conseguenza, del loro presunto potere magico.
In tempi più vicini a noi, e anche contemporanei, una donna che arriva a radersi i capelli vuole cancellare il proprio potere seduttivo, ma compie anche un gesto di per protesta per opporsi alla rappresentazione femminile voluta dai codici standard, dunque come sfida alle rigide rappresentazioni maschile/femminile o come gioco o scelta dell’ambiguità sessuale. Basti pensare alla cantante Sinéad O’Connor, espressione di una spiccata personalità e di una posizione anticonformista e molto dissidente. Altre donne, invece, rinunciano a una chioma fluente per recuperare un’essenzialità che vada al di là delle rappresentazioni.
Il taglio ha anche una valenza rituale: pensiamo a Bright stars e al taglio del ciuffo di capelli di Fanny come dono a John Keats, e al taglio dei capelli in segno di lutto dopo la mote dell’amato.
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