Scritto da Massimo Miliani, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)
Pubblicato il 14/06/2010
Modificato il 14/06/2010
La schizofrenia è un psicosi particolarmente grave che colpisce generalmente nella tardo adolescenza fino ai primi anni dell'età adulta, ma può manifestarsi anche in fase infantile. Con il termine schizofrenia si racchiudono una serie di disturbi gravi che si caratterizzano per l'incapacità, da parte del soggetto, di formulare un corretto esame della realtà. Nella schizofrenia, dunque, possono rientrare quadri clinici per sintomatologia molto diversi tra loro. Le sue cause sono da attribuirsi a una molteplicità di fattori, tra cui il più importante è quello genetico.
Tre tipi di schizofrenia
La schizofrenia può essere classificata in diverse tipologie, di cui le più importanti sono tre: la schizofrenia paranoide, caratterizzata da sintomi quali appunto la paranoia, con ansia, allucinazioni e deliri, la schizofrenia disorganizzata che ha come sintomi una difficoltà nell'esposizione e nell'organizzazione del pensiero, quindi anche nel linguaggio, e la schizofrenia catatonica, caratterizzata prevalentemente dalla perdita delle facoltà motorie, che può degenerare in un totale arresto motorio.
Due tipologie di sintomi
I sintomi della schizofrenia vengono distinti in positivi e negativi. I sintomi positivi sono quelli che si “aggiungono” al quadro clinico del paziente e sono le allucinazioni, i deliri e i disturbi del pensiero. I sintomi negativi, invece, sono quelli che “tolgono” qualcosa al paziente, e sono tutti i disturbi di tipo motorio, la perdita dell'attenzione, l'apatia, l'appiattimento affettivo. Questa tipologia di sintomi è quella più difficile da individuare in sede di diagnosi, perché si manifesta in maniera molto graduale. Il rischio è quello di minimizzarne l'importanza trascurandoli o erroneamente imputarli a uno stato di depressione.
Non esiste attualmente una cura univoca per la schizofrenia. Di certo l'utilizzo di psicofarmaci è fondamentale per mantenere a un livello accettabile i sintomi più evidenti e per evitare l'isolamento sociale del paziente. Molto importante, infine, la psicoterapia di supporto ai familiari del paziente in quanto questa malattia crea non pochi problemi nei rapporti affettivi e relazionali. I familiari devono saper gestire le eventuali ricadute e aiutare il paziente a un reintegro completo in società.
Fonti: - Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
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