Scritto da Francesco S. Cantù, giornalista pubblicista (Ordine giornalisti della Lombardia) tessera N° 118321
Pubblicato il 08/10/2009
Modificato il 08/10/2009
L’autostima altro non è che la valutazione che un individuo dà a se stesso. Per valutarsi una persona si basa sul proprio giudizio personale: come si vede nella vita, nel lavoro, negli affetti, in famiglia insomma il confronto con gli altri. L’autostima può essere alta oppure bassa.
Chi ha un’alta autostima è considerato una persona risoluta: sa prendere la decisione giusta al momento giusto, è sicuro di sé, se commette errori impara da questi senza precipitare nello sconforto, si rapporta con gli altri in modo proficuo, non ha paura del confronto. Chi ha scarsa autostima ha invece poca fiducia in se stesso e nelle proprie capacità, si sente insicuro, quando deve affrontare impegni nuovi o particolarmente gravosi chiede sempre l’aiuto di qualcun altro, vivendo con una serie di paure legate soprattutto al convincimento di essere un soggetto inadeguato e incapace. L’autostima è una percezione dinamica che evolve e subisce variazioni nel tempo e nel corso della vita. Per esempio, se uno ha un’alta autostima di se stesso ma guidando l’auto va a sbattere contro il muro perché si è distratto, in quel preciso istante la sua autostima colerà a picco, per poi risalire una volta digerito l’incidente.
Avere troppa autostima può comunque essere deleterio, molti con un’autostima smisurata, ritenendo di fare e pensare sempre e solo le cose giuste anche quando non è così, il più delle volte finiscono emarginati o compatiti. L’Io troppo grande è talmente ingombrante che queste persone sono spesso orgogliose, presuntuose, testarde e con una sicurezza spesso insopportabile per gli altri.
1. La bassa autostima è sinonimo di complesso d’inferiorità?
Quasi sempre chi ha una bassa autostima di se stesso ha anche un profondo complesso d’inferiorità, anzi è lo stesso complesso che ha alimentato la propria bassa autostima.
2. Chi ha bassa autostima è anche potenzialmente un depresso?
La bassa autostima può provocare disturbi d’ansia, anticamera della depressione. La bassa autostima è la frattura tra come si vede uno e come uno vorrebbe invece essere, insomma tra l’Io percepito e quello ideale.
3. È possibile che una persona con una bassa autostima possa arrivare ad averla alta?
Certo, basta analizzarsi o ricorrere all’aiuto di uno psicanalista per capire quali sono i motivi che spingono una persona a non volersi accettare per quello che è.
4. L’autostima alta è indice di compleso di superiorità?
Il complesso di superiorità è un complesso d’inferiorità sublimato soprattutto nei casi di autostima ipertrofica.
5. Che cosa s’intende per autostima ipertrofica?
L’autostima ipertrofica riguarda coloro che hanno un’altissima autostima in se stessi e perciò sovente commettono errori di valutazione in tutti gli aspetti della vita: negli affetti, nella vita sociale e in quella lavorativa. Chi è sicuro di non sbagliare mai quando sbaglia sbaglia di grosso.
6. Assumere stupefacenti può aumentare la propria autostima?
Dipende: un eroinomane all’angolo della strada che chiede l’elemosina per comprare una dose non si pone nemmeno il problema della propria autostima, al contrario lo yuppie che assume abitualmente cocaina si sente potente, immortale, sicuro di sé, provando una grande (ed effimera) autostima.
7. Le persone pigre, accidiose hanno una bassa autostima?
Non è detto, Winston Churchill era una persona che lavorava a letto ma aveva un’alta autostima di se stesso. Di certo chi è pigro, soprattutto mentalmente, affronta poche sfide nella vita e questo non giova per la sua autostima.
8. Conoscere i propri limiti significa avere un’autostima bassa?
Al contrario, significa possedere una sana autostima. Chi amplifica le proprie virtù e migliora i propri difetti non solo ha un’autostima alta e sana ma dimostra anche di essere intelligente.
9. Esiste un sistema per valutare la propria autostima?
Vi sono alcuni test per capire il proprio grado di autostima.
10. L’autostima ha un valore scientifico?
L’autostima è la valutazione che si dà a se stessi, quindi più che scientifica è soggettiva e relativa.
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