Scritto da Massimo Miliani, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)
Pubblicato il 14/06/2010
Modificato il 03/01/2017
Il disturbo bipolare è una particolare tipologia di depressione caratterizzata dall'alternarsi di due stati umorali ben distinti: lo stato maniacale e lo stato depressivo. Queste due fasi si alternano fra loro e il passaggio da una all'altra può essere tanto graduale quanto immediato.
La fase maniacale dek disturbo bipolare è caratterizzata da un comportamento euforico, un ottimismo eccessivo e dall'accavallarsi di idee e pensieri gli uni con gli altri. Alle volte il comportamento maniacale tende a sfociare nel cosiddetto comportamento disforico, ossia un diffuso senso di rabbia, irritabilità e, alle volte, aggressività.
La fasi depressive del disturbo bipolare sono mediamente più lunghe di quelle maniacali (un paio di mesi rispetto alle 2 - 3 settimane di durata della fase maniacale) e sono caratterizzate da sintomi quali tristezza, senso di vuoto e inadeguatezza. Sensazioni che nei casi più gravi diventano così intollerabili da spingere il paziente a pensare al suicidio.
Il disturbo bipolare, chiamato anche psicosi maniaco-depressiva, viene trattato anche mediante la somministrazione di farmaci stabilizzanti dell'umore e di antidepressivi. Gli stabilizzatori dell'umore come il litio vengono prevalentemente utilizzati per placare i disturbi delle fasi maniacali del disturbo bipolare, mentre gli antidepressivi sono utilizzati per lenire le fasi depressive. L'equilibrio e la conseguente funzionalità di una terapia per la sindrome bipolare è il frutto di svariati tentativi poiché ogni soggetto bipolare è unico come unica è l'intensità con cui si manifestano le due fasi umorali.
Alla terapia farmacologica (che rimane in ogni caso imprescindibile) va affiancato un supporto psicoterapeutico mirato. In conclusione la persona, attraverso un percorso terapeutico, apprende tecniche innovative ed efficaci, utili per elaborare i contenuti emotivi (come ansia, rabbia, inibizione, paura), migliorare le relazioni affettive (il grado di sintonia e di soddisfazione), sciogliere i blocchi e i pensieri negativi, instaurando così un nuovo ciclo in cui ognuno può vedersi e sentirsi più capace di controllare le situazioni emotive, e ricevere e sfruttare nuovi stimoli di crescita e cambiamento. A monitorare la reale assunzione dei farmaci da parte del paziente bipolare (molto alta, infatti, è la probabilità che il paziente tenda a “dimenticare” le proprie medicine) e a enfatizzarne l'efficacia stabilizzante.
Il problema della diagnosi è quindi fondamentale per distinguere il bipolarismo, che è un disturbo mentale da curare farmacologicamente, e il disturbo borderline della personalità, che è invece una condizione pre-morbosa e che può essere dovuta allo sviluppo dell'individuo.
- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
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