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I più comuni effetti dell'alcol sono il risultato di una ipersensibilizzazione al cervello

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L'azione dell'alcol Cervello e alcol I disturbi dell'alcol Sintomi dell'alcolista Disturbi fisici Cefalea da alcol


Scritto da

Felicita Scardaccione giornalista pubblicista (Ordine regionale della Puglia)


Pubblicato il 12/10/2009

Modificato il 12/10/2009

Gli effetti dell’alcol sono noti a tutti: la ripetuta assunzione dell’alcol determina soprattutto sull’organismo una ipersensibilizzazione al cervello. Si parla in questo caso del sistema della gratificazione, secondo la teoria della “gratificazione a cascata”, costituito da diversi sistemi neurotrasmettitoriali che appunto interagiscono determinando nel soggetto quella sensazione di benessere psicofisico. Il risultato finale è l’aumento della dopamina, molecola presente nel cervello, in azione tramite l’attivazione di recettori specifici . In realtà questo sistema “a ricompensa” è messo in moto fisiologicamente dagli stimoli piacevoli naturali, come la somministrazione per esempio di cibo, di bevande, ma è anche stimolato, parliamo sempre di attività del cervello, da comportamenti ad alta carica emotiva e dall’assunzione delle sostanze psicoattive, come l’alcol. La ripetizione di questo processo di assunzione comporta dunque, a livello di azione sul cervello e di contro sull’organismo, che lo stimolo artificiale prenda progressivamente il posto di quegli stimoli naturali.

 

Tornando agli effetti dell’alcol, la gratificazione indotta diventa poi parte integrante del funzionamento del cervello scatenando una ipersensibilizzazione della sua struttura, con l’aumento dell’intensità nella percezione degli stimoli associati all’alcol.

 

Altri sintomi correlati, più fisici, sono tremori, sudorazione, tachicardia, cefalea e disturbi visivi; ai quali vanno sommati ansia, insonnia, irritazione, rabbia, aggressività, depressione, bassa autostima, astenia, anoressia, noia e inevitabile ricerca di sensazioni forti. Da rilevare ancora tra gli effetti che l’alcol denota, la tendenza ad un comportamento di continua ricerca e incapacità soprattutto ad interromperlo.



Fonti:

Ha collaborato:
Eugenia Vernole
(Membro della SITD Puglia - Sezione Regionale Pugliese della Società Italiana Tossico Dipendenze)





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