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Intolleranza lievito di birra: intolleranza alimentare al lievito di birra

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Lievito di birra Lievito di birra Bevande fermentate Bevande fermentate Prodotti senza lievitanti Prodotti senza lievitanti


Scritto da

Rachele Sardella


Pubblicato il 05/07/2010

Modificato il 05/07/2010

L'intolleranza al lievito è un'intolleranza alimentare, ossia una forma di ipersensibilità verso un determinato alimento o una sostanza. Gli alimenti che più frequentemente sono responsabili di intolleranza sono: latte e latticini (lattosio), zucchero, uovo, glutine e lievito di birra. Il lievito di birra è composto prevalentemente da Saccharomyces Cerevisiae, un fungo unicellulare la cui fermentazione provoca la produzione di alcool (infatti viene utilizzato per produrre vino e birra) e anidride carbonica. Il lievito di birra è in grado di far lievitare i prodotti da forno come pane, pizza, biscotti e dolci di ogni tipo, infatti, l’anidride carbonica che in esso è contenuta, intrappolata nel reticolo proteico dell’impasto, fa gonfiare l’impasto stesso.

 

Attenzione ai prodotti da forno e agli alcolici
Per curare l’intolleranza al lievito di birra, occorre seguire una dieta appropriata che non preveda il consumo di alimenti contenenti lievito. In commercio esistono alcuni prodotti da forno secchi come gallette e grissini che non contengono nessun tipo di agente lievitante naturale (di solito è riportato sull’etichetta del prodotto in vendita). Sono poi da escludere gli alcolici fermentati, come vino e birra. Se la persona che soffre di intolleranza al lievito di birra non è allergica al lievito chimico, si possono consumare anche i prodotti lievitati con questo agente chimico (tra gli ingredienti dovrebbe essere citato “agente lievitante”).

 

E gli amanti della birra?
Per chi soffre di intolleranza al lievito, riuscire a trovare un’alternativa alla birra non è facile quanto trovare dei sostituti di pane e biscotti. Esiste tuttavia una birra prodotta in Belgio (Lambic) che viene fatta fermentare spontaneamente senza aggiunta di lieviti. Ha un caratteristico colore bianco opaco e un gusto piuttosto aspro. Vale la pena provare.



Fonti:

- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link





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