Scritto da Maria Grazia Piemontese
Dott.ssa in Lettere
Blogger ABCsalute.it/blog
Pubblicato il 20/09/2013
Modificato il 20/09/2013
Il carcinoma midollare della tiroide – CMT- è un malattia rara che colpisce ogni anno circa 200 persone in Italia e 2.400 in Europa. È un carcinoma diverso dalle altre forme tumorali tiroidee perché, a differenza di quello papillare, follicolare e anaplastico, il carcinoma midollare della tiroide non origina dalle cellule tiroidee ma dalle cellule C. Si tratta di cellule che producono la calcitonina, una sostanza impiegata come marker per diagnosticare e monitorare il CMT.
Fino a 20 anni fa non esisteva alcuna cura contro il carcinoma midollare della tiroide, l’unica debole speranza di salvezza per i malati era o l’asportazione della tiroide - ma solo in caso di diagnosi precoce, o la chemioterapia, il più delle volte inutile. In due decenni, i progressi della ricerca hanno migliorato sia le aspettative di vita dei pazienti che le possibilità di cura. Ciò è possibile grazie al Vandetanib, un farmaco approvato dall’EMEA nel febbraio 2012 e che ha ricevuto l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) nel giugno 2013. Vandetanib è il nome dell’unica molecola capace di: inibire la crescita del tumore, arginare il flusso di sangue che alimenta le cellule tumorali, bloccare l’azione dei recettori EGFR e RET responsabili della trasmissione degli input di crescita delle cellule tumorali.
Il CMT coinvolge allo stesso modo uomini e donne, e può essere sporadico o familiare. Nella forma sporadica, colpisce persone oltre i 40 anni e dipende esclusivamente dalle cellule tumorali; nella forma familiare, invece, il carcinoma midollare della tiroide si manifesta in giovane età, dipende da una mutazione del DNA, precisamente dell’oncogene RET, e si trasmette geneticamente nel 25% dei casi.
La possibilità di cura con il Vandetanib è una conquista recente di cui solo pochi pazienti sono a conoscenza. Per questo i massimi esperti del carcinoma midollare della tiroide - Dr Rossella Elisei, Dr Sebastiano Filetti e Dr Lisa Licitra – si sono incontrati a Roma lo scorso 17 settembre per rendere nota la disponibilità della nuova cura e per sottolineare la necessità di fare rete, sia tra i malati di CMT che tra le strutture clinico-ospedaliere. Vandetanib rappresenta una rivoluzione nel trattamento della patologia, perché è un farmaco in pillola, e la persona affetta da questa particolare forma di carcinoma può assumerlo ovunque. Cade dunque la necessità di ospedalizzazione, un vincolo che fino a pochi anni fa limitava la qualità della vita dei pazienti.
La sensibilizzazione alla cura del carcinoma midollare della tiroide è sottolineata nel manifesto sottoscritto dall’Osservatorio delle Malattie Rare che puoi scaricare subito.
Fonti:
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Sara55 ha commentato:
Bisognerebbe aumentare la comunicazione globale sulle mattie rare.. spesso non si è neanche a conoscenza di cosa vivono alcune persone.. resto sgomenta al solo pensiero di ammalarmi e non potere avere cure xchè non viene sonvenzionata la ricerca..