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Lo screening oncologico è un significativo servizio sanitario

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Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 31/08/2010

 

Lo screening oncologico. È evidente che i programmi di screening oncologico finalizzati alla rilevazione e alla diagnosi delle neoplasie, presentino caratteristiche peculiari che li distinguono da altri tipi di interventi e programmi sanitari nella prevenzione. Infatti in questo caso non siamo di fronte a una domanda di assistenza che il cittadino utente rivolge al servizio sanitario, ma ad una serie coordinata di iniziative orientate a identificare una domanda per definizione ancora inespressa e quindi solo potenziale.

 

Lo screening oncologico sui soggetti apparentemente sani. Il cittadino "sano", asintomatico, quindi senza alcun bisogno assistenziale percepito, viene invitato a presentarsi per accertamenti diagnostici, allo scopo che questi ultimi consentano di identificare e trattare precocemente e con probabile successo una patologia ancora non clinicamente manifesta. Questa considerazione ha un significato importante nelle campagne di screening come responsabilità del servizio sanitario nei confronti dell'utente è, se possibile, ancora maggiore che in altre situazioni assistenziali.

 

Caratteristiche dei test di screening: affidabilità e specificità. Anche se nell’elaborazione di queste ricerche sono stati fatti passi in avanti decisivi, non esistono test perfetti e ognuno è caratterizzato da proprie peculiari caratteristiche di affidabilità e specificità. Queste qualità permettono di distinguere correttamente il soggetto portatore di una patologia da quello sano, minimizzando gli errori rappresentati dai soggetti erroneamente qualificati come "malati" ( falsi positivi ) o come "sani" ( falsi negativi ), con le conseguenze immaginabili. Per i primi il rischio di essere sottoposti a ulteriori accertamenti o ad atti terapeutici inutili e inappropriati, con l’aggiunta di un inevitabile stress psicologico. Nel secondo caso si può determinare un erroneo e pericoloso senso di rassicurazione in soggetti che, se individuati, avrebbero potuto accedere a interventi terapeutici indispensabili.

 

L’utilità della prevenzione oncologica si traduce in un duplice effetto: sociale e soggettivo. Sul piano sociale ha sempre un effetto positivo perché accresce l’attenzione nei confronti di una patologia grave le cui cause possono essere attenuate o eliminate (vedi le campagna antifumo ecc.). Sul piano individuale, l’insistenza ufficiale sui temi oncologici tende a togliere in buona parte le paure e le resistenze tradizionali anche solo al nominare la malattia (“quella persona ha un “brutto male”, “quella persona ha un “malaccio”).



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Istituto Treccani - 2009
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - 2004
- Nuova Enciclopedia Medica - Garzanti - 1987
- Enciclopedia Medica per la famiglia - De Agostini - 2005
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - CEDAM - 2009
- Trattato di Medicina Legale e delle Assicurazioni - Giuffrè - 2009





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