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Neoplasia: tumore benigno o maligno

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Scritto da

Daniela Gallotti, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)


Pubblicato il 05/08/2010

Modificato il 05/08/2010

Neoplasia è un termine generico per indicare nuove formazioni patologiche e di norma è impiegato come sinonimo del più comune “tumore”, che a sua volta vuol dire “rigonfiamento”. Quando si parla di neoformazioni, si intendono nuovi tessuti costituiti da cellule atipiche rispetto a quelle normali e che non ripondono più ai meccanismi fisiologici di controllo cellulare: una neoplasia può avere poi una forma benigna oppure maligna, e in questo secondo caso assume il nome di cancro.
In Italia i tumori più frrequenti che colpiscono gli uomini sono – nell'ordine - al polmone, allo stomaco, al colon, alla prostata, alla vescica; nelle donne, invece, le neoplasie più frequenti sono alla mammella, seguita da colon, stomaco, utero e polmone.

 

Tumori maligni e benigni.
Quattro sono le caratteristiche di una neoplasia maligna: 1. il tumore nasce dalla mutazione di una singola cellula, che poi si riproduce formando cloni di se stessa; 2. nel tumore manca la normale differenziazione cellulare; 3. la crescita delle neoformazioni non risponde ai normali meccanismi di regolazione cellulare; 4. le cellule neoplastiche si riproducono in maniera selvaggia, invadendo i tessuti circostanti e diffondendosi con le cosiddette metastasi.
Ecco perché è considerata benigna una neoplasia che non mette in pericolo di vita, che cresce lentamente espandendosi senza invadere i tessuti circostanti, che resta nella sua sede di origine senza creare metastasi e che può essere asportata con un'operazione chirurgica permettendo al paziente una guarigione completa.

 

Le terapie contro le neoplasie.
Nonostante il fatto che il meccanismo di origine sia il medesimo per tutti i tumori, le neoplasie possono manifestare una gamma molto differenziata di evoluzioni e sintomi e allo stesso modo sono il risultato di un'interazione complessa di fattori, interni ed esterni all'organismo, non sempre compresi con esattezza.
La difficoltà principale nella cura dei tumori è che il sistema immunitario non distingue più le cellule tumorali da quelle sane, e quindi non le attacca o non lo fa con sufficiente aggressività. Tra l'altro, trattandosi comunque di cellule umane, antibiotici e antivirali non hanno alcun effetto su di loro. Il problema della ricerca sta infatti nello studio di farmaci che sappiano agire contro le cellule tumorali e non su quelle normali dell'organismo, ed ecco perché studi e sperimentazioni stanno lavorando sull'immunologia, ossia sul rafforzamento del sistema immunitario stesso dell'individuo perché abbia abbastanza forza da combattere spontaneamente contro le neoplasie.
Fino ad oggi le cure oncologiche si sono basate su una debolezza delle cellule cancerose: la loro grande velocità di riproduzione le rende molto più vulnerabili alle radiazioni rispetto ai tessuti sani, ed ecco perché per molte neoplasie solide si impiega la radioterapia (bombardamento con raggi gamma). La chemioterapia è invece una miscela di farmaci, personalizzata a seconda del paziente, del tumore e della sua specifica sensibilità ad alcune sostanze.



Fonti:

- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link





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