Scritto da Dott. Raffaele Bifulco
Pubblicato il 07/09/2015
Modificato il 07/09/2015
Parliamo di “adolescenze” e sessualità! Perché il plurale? Perché esistono diverse fasi dell’adolescenza.
Ed anche perché esistono percorsi diversi, individuali, all’interno di quello che è un percorso comune a tutti gli esseri umani, perciò è più coerente parlare di adolescenze che di adolescenza. Si potrebbe dire che non esiste una adolescenza uguale per tutti: è vero che le tappe dell’adolescenza sono quelle per tutti, ma ognuno fa il suo percorso.
Possiamo individuare due macro-fasi dell’adolescenza:
Prima fase: dalla pubertà ai quindici anni circa, inizia la “differenziazione” del/la ragazzo/a nell’ambito della propria famiglia e la ricerca-definizione di una identità propria.
Seconda fase: dai sedici ai diciannove anni circa, tendenzialmente si attenua la necessità di essere diversi e indipendenti dai genitori, mentre matura la disposizione del/la ragazzo/a ad “innamorarsi veramente” e fare coppia.
Adolescenza: fase della differenziazione
Affrontiamo l’adolescenza analizzando ciascuna delle sue fasi in diversi articoli, cominciamo con la fase della differenziazione.
Si tratta di un periodo di metamorfosi fisica e di ristrutturazione psicologica della persona che esce dall'infanzia per diventare qualcosa che essa stessa non sa. È un periodo di cambiamenti incomprensibili e destabilizzanti, prima di tutto legati alla genetica e agli ormoni. Il corpo si trasforma e, all’inizio, non si sa come funziona e come diventerà. Paure e incertezze hanno spesso il sopravvento sulla tranquillità emotiva.
La spensieratezza infantile diventa un ricordo mentre il corpo del bambino, un po’ alla volta, scompare facendo spazio alle evidenze del corpo sessuato (per esempio, la modificazione dei genitali, lo sviluppo del seno e dei peli, ecc.). E un giorno, all’improvviso, arrivano anche quei segnali biologici – quelli della maturazione sessuale – che attestano il fatto di essere diventati “grandi”. Solo sul piano fisico, però.
La maturazione della personalità e dell’affettività segue tempi e processi molto, molto più lunghi. Per diverso tempo, infatti, si è maturi sessualmente e immaturi mentalmente o nel rapporto con gli altri, senza che ci si renda conto di questa disarmonia. La formazione di un individuo, in effetti, quasi mai è omogenea e richiede anni. In un certo senso, la crescita personale non finisce mai. I genitori più maturi e responsabili lo sanno bene, perciò si sentono chiamati in causa a “seguire” i/le figli/e in questo lungo percorso. Alcuni hanno un approccio naif e spensierato, liberale e ottimistico, distratti e poco coinvolti. Altri si mostrano apprensivi e controllanti, rigidi e richiedenti, malfidati e ingerenti nella vita dei/lle figli/e. Altri genitori ancora sanno ascoltare, specialmente le parole non dette. Sanno leggere i segni e i tempi. Sanno esserci, attendendo e rispettando. Sanno accogliere, ascoltare, tacere. Sanno comprendere, spiegare, dare istruzioni. Sanno infondere forza d’animo e coraggio, proteggere e rassicurare. Sanno guidare stando avanti, accanto o dietro, sintonizzandosi sulle esigenze reali del/la ragazzo/a.
La prima fase dell’adolescenza si contraddistingue proprio per la tendenza, più o meno accentuata, a “mettere da parte” mamma e papà, per dare importanza agli amici. Dal gruppo-famiglia al gruppo-coetanei! La “dipendenza” dai genitori è ambivalente perché mentre trasmette sicurezza, comincia anche a stare stretta nel periodo di ri-definizione totale (fisica, emotiva, comportamentale) di se stessi. Tipicamente si finisce a fare “lotta” con loro, proprio perché è necessario distinguersi, avere una propria identità. Quando la mamma e il papà non aumentano l’ascolto – credendo di conoscere tutto del/la loro figlio/a adolescente – possono involontariamente accentuare quel senso di incomprensione e solitudine che deriva proprio dalla “trasformazione globale dell’io”. In tal caso, molto dipende dai ragazzi e dalle ragazze: devono imparare ad avere la forza di dare forma al proprio essere singolare e unico, specifico e autonomo! Perché ciò sia possibile, bisogna esprimere se stessi e, al contempo, ascoltare; affidarsi e chiedere che sia data fiducia; farsi valere e restare aperti al dialogo intergenerazionale.
Una eccessiva pressione genitoriale può suscitare negli adolescenti la ribellione e la sfida, le proteste e le conflittualità.
A ben guardare, una crescita serena ed equilibrata dipende da più attori protagonisti: da una parte i genitori che devono essere presenti senza dimostrarsi invadenti e pressanti; dall’altra i figli adolescenti, che mettono in discussione ruoli e vecchi limiti da superare affermando la propria unica personalità.
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