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L’innamoramento nell’adolescenza

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Adolescenti innamorati Adolescenti innamorati


Scritto da

Dott. Raffaele Bifulco


Pubblicato il 09/09/2015

Modificato il 09/09/2015

Negli articoli precedenti abbiamo visto perché sia corretto parlare di adolescenze al plurale e cosa succede nella prima “macro-fase” dell’adolescenza, quella che va dalla pubertà ai quindici anni circa e in cui il/la ragazzo/a attraversa il periodo dello sgancio dalla famiglia e la ricerca-definizione della propria identità rispetto a genitori e coetanei.

 

In questo e nel prossimo articolo approfondiamo la seconda “macro-fase” dell’adolescenza, quella che va dai sedici ai diciannove anni circa e in cui c’è una maggiore predisposizione del/la ragazzo/a ad innamorarsi veramente e fare coppia.

 

Cosa significa innamoramento? E cosa significa amore?

Non c’è alcuna risposte definitiva a queste due domande, solo pensieri e suggestioni che possono aiutare a capire cosa siano emozioni tanto complesse e naturali come l’amore e l’innamoramento

Nella mia attività di psicoterapeuta e sessuologo, spesso noto poca informazione e scarsa consapevolezza delle proprie emozioni, sia tra i ragazzi sia tra le ragazze. In molti credono che l’innamoramento e l’amore siano la stessa “cosa”. Ma come confondere il batticuore felice e incerto dell’innamoramento con la felicità tipica dell’amore?

 

Purtroppo sono sempre più frequenti le anomalie dell’innamoramento. Tra le situazioni più tristi ci sono quegli amori che non sono iniziati con un innamoramento: sono quelle storie in cui si sta insieme ma uno dei due (o tutti e due) non è mai stato veramente emozionato dall’altro/a. Innamorarsi è uno dei pochi casi in cui ritrovarsi la vita sconvolta da un imprevisto, sentirsi insicuri ed emozionati, togliere tempo ad amici, abitudini e doveri, ritrovarsi con tachicardie e perdita di concentrazione mentre si pensa sempre ad una cosa sola.

A me sembra così facile, e sopratutto eccitante, innamorarsi quando sei adolescente! Quando è la prima volta, quando si è un po’ idealisti e un po’ ingenui (o comunque non esperti), quando se ne ha tanta voglia e si è disposti a dare così tanto, quando se ne ha tanto bisogno e si è pronti a buttarcisi a capofitto. Se due persone così si incontrano, si piacciono e si emozionano reciprocamente, vivono insieme una delle esperienze d’amore più indimenticabili della propria vita. Perciò il primo amore è quello che rimane dentro, anche quando finisce. Quello a cui si ripensa con nostalgia anche anni dopo, e che diventa il termine di paragone per misurare gli altri amori, per ricordare come si era quando ci si sentiva liberi e leggeri, felici e davvero innamorati.

 

C’è anche da dire, comunque, che non è così per tutti. Ragazzi e ragazze sempre meno si innamorano o si lasciano andare al coinvolgimento emotivo che è al tempo stesso “sconvolgimento”. In cima alla lista dei nemici dell’innamoramento ci sono le insicurezze personali che distorcono l’idea che si ha di se stessi. Così, una persona è bella ma è convinta del contrario; è importante ma è la prima a non accettarsi. Più si è immaturi, più l’essere belli e l’essere importanti sono concetti legati all’estetica e al potere. Ecco perché nella seconda fase dell’adolescenza, quando si è un po’ più evoluti nell’identità e nel rapporto con gli altri, si è più pronti a innamorarsi. Quando si è presi dalle proprie insicurezze, invece, ragazzi e ragazze, affetti/e dall’epidemia globale del “perfezionismo dell’immagine”, non si rendono conto che l’amore ha a che fare più con l’interiorità della persona, che con i “mi piace” del profilo Facebook.

 

Per innamorarsi e amare è importante maturare almeno un po’ la capacità di andare oltre se stessi, oltre i propri schemi e le proprie rigidità. E da adolescenti già se ne hanno tante! Ma serve anche superare i sentimenti di inadeguatezza o la presunzione di superiorità rispetto agli altri, soprattutto occorre mettere da parte le proprie piccole e grandi delusioni, le ferite emotive della vita. L’innamoramento nasce dal coraggio, dalla curiosità, dall’apertura, dall’auto-ironia, dal piacersi, da uno sguardo vivace e poetico sulla vita, dalla disposizione a riconoscere ciò che c’è di speciale dentro un altro essere umano.





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