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Cause della violenza di genere

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Violenza di genere Violenza di genere


Scritto da

Dott. Raffaele Bifulco


Pubblicato il 03/04/2015

Modificato il 03/04/2015

Qual è la causa della violenza di genere? È una domanda più che lecita e a cui è difficile trovare una risposta esaustiva perché, nelle diverse forme di violenza di genere, in particolare in quella agita dagli uomini ai danni delle donne, non sempre si riconoscono soggetti disturbati e affetti da malattie mentali.

Le persone che minacciano o esercitano una forma di potere che causa deprivazioni, danni allo sviluppo bio-psico-sociale, lesioni e morte, come indicato dalla definizione di violenza secondo l’OMS, sono molto eterogenee non solo dal punto di vista psichico, ma anche rispetto a nazionalità, età, cultura, classe sociale, posizione professionale. Ad ogni modo, i protagonisti di una dinamica relazionale contraddistinta da violenza agita-violenza subita, spesso presentano determinate caratteristiche:

  • Esperienza pregressa di violenza vissuta nella famiglia d’origine: essere stato/a testimone o oggetto di abusi, maltrattamenti, trascuratezza;
  • Fattori psico-sociali che limitano lo sviluppo della persona: contesto sociale caratterizzato da rigidità dei ruoli di genere e marcate disuguaglianze e squilibrio di potere tra uomini e donne, alto tasso di criminalità e illegalità, basso livello di istruzione, disturbi dei processi di socializzazione, scarsa autostima, limitato sviluppo delle competenze comunicative e relazionali;
  • Aspetti abnormi della personalità, rigidità cognitiva, instabilità emotiva, sfiducia e diffidenza nelle relazioni interpersonali, bisogni di controllo e di gratificazione, auto-referenzialità e mancanza di empatia, egocentrismo ed egoismo, intolleranza allo stress e alla frustrazione, irritabilità ed impulsività, vissuti di superiorità, falsificazione e manipolazione della realtà, sfruttamento altrui.

Nell’ambito dei Disturbi di Personalità c’è una correlazione significativa con la condotta aggressiva e abusante. Le persone affette da anomalie psichiche e che ricorrono abitualmente al sopruso e alla violenza, presentano in maniera trasversale tratti collegati alla personalità antisociale il cui comportamento è gravemente segnato dall’inosservanza dei valori sociali, dalla violazione delle norme, dalla negazione dei diritti degli altri. Questi soggetti sono incapaci di assumersi responsabilità, di inserirsi nella società e di raggiungere un adeguato adattamento psicosociale. Per queste ragioni, non trovano o non sono in grado di mantenere un’occupazione, sono incapaci di stabilire relazioni profonde, sane e costruttive, e in tutti i contesti della vita si rapportano con superficialità e mancanza di rispetto, manifestando con parole e gesti disprezzo e rabbia verso chi non li compiace né li asseconda.

Le caratteristiche sopra descritte si possono associare a differenti profili caratteriali:

  • Paranoide. Lo contraddistingue la sospettosità e la mancanza di fiducia verso gli altri. La persona paranoide ritiene di essere oggetto di tradimenti e inganni, e interpreta le intenzioni altrui come interessate e malevoli nei suoi confronti. Ha pensieri ossessivi relativi a presunte condotte fedigrafe da parte del partner, sviluppa comportamenti di gelosia maniacale. Gli individui affetti da un Disturbo Paranoide di Personalità, quando sottoposti a condizioni di vita che minano il loro apparente equilibrio, possono avere sintomi e angosce psicotici e idee deliranti a cui si associano impulsi aggressivi importanti;
  • Narcisista. Non ha empatia, vanta vissuti irrealistici di grandiosità a cui sono associate aspettative di approvazione e ammirazione. Il narcisista è ipersensibile alle critiche e non tollera di essere messo in discussione. Per lui gli altri sono specchi del suo valore personale e, pertanto, da loro si aspetta plauso, attenzione e dedizione. Gli individui affetti da un Disturbo Narcisistico di Personalità, stabiliscono rapporti impari e vampirizzanti: si aspettano trattamenti speciali dagli altri verso cui, per contro, sono del tutto incuranti. Le relazioni servono solo alla gratificazione del proprio ego e le persone sono strumentalizzate per soddisfare i propri bisogni;
  • Borderline. È caratterizzata da una marcata instabilità emotiva e nello sviluppo degli affetti, nonché rispetto all’immagine di sé e al controllo degli impulsi aggressivi. L’individuo borderline si mostra dominate e possessivo, impetuoso e imprevedibile. Soffre di gravi alternanze tra l’idealizzazione e la svalutazione della persona con cui si relaziona e, in modo particolare, è ossessionato dalla paura di essere abbandonato. La sua identità è del tutto instabile e deficitaria, per cui irretisce l’altro in legami simbiotici al fine di anestetizzare il suo profondo senso di vuoto. Gli individui affetti da un Disturbo Borderline di Personalità possono essere pericolosi per se stessi e per gli altri, manifestano un’incontrollata collera distruttiva, meccanismi di controllo del comportamento e manipolazione della mente.

Gli uomini che sono violenti verso le donne, e che sono affetti da anomalie psichiche gravi come quelle sopra descritte, risultano incapaci di stabilire rapporti interpersonali sani ed equilibrati. Una relazione intima costruttiva dovrebbe essere connaturata nell’amore ed orientata al bene comune. In un rapporto tra coniugi o consanguinei (padre-figlia, fratello-sorella, ecc.) ci si aspetterebbe reciprocità nello scambio affettivo, dialogo e condivisione, cura e sostegno. In questo senso, tali rapporti sono finalizzati all’arricchimento e alla promozione della persona. La violenza, in ogni sua forma, costituisce sempre una perversione della relazione: corrompe l’orientamento al bene ed innesca processi degenerativi della dignità e del potenziale di realizzazione delle persone che ne fanno esperienza.





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