Geloni: cause e tipologie

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Scritto da

Dott.ssa Maria Letizia Primo


Pubblicato il 28/01/2014

Modificato il 28/01/2014

Avrete notato che quando si sta troppo tempo esposti al freddo la pelle di mani, piedi, calcagni, viso e anche ginocchia e glutei comincia a cambiare aspetto e colore: si formano i cosiddetti geloni.

L’Eritema pernio, noto come gelone, è un’alterazione della cute provocata dal freddo e che si manifesta con chiazze di colore rosso scuro che diventano bluastre, pruriginose e dolorose con il passare del tempo. Il gelone è una chiazza irregolare e arrossata che somiglia vagamente a un livido anche se la sua comparsa non è da attribuire ad alcun trauma, e il dolore aumenta ad ogni sbalzo di temperatura. I geloni possono aggravarsi fino ad associarsi ad alcuni disturbi trofici quando, accanto al gelone normale, si formano alterazioni ungueali e ulcerazioni dolenti e a lenta guarigione.

La causa principale dei geloni è, dunque, la bassa temperatura che produce una vasocostrizione responsabile della minore irrorazione di sangue nel corpo. I geloni sono una forma di protezione e adattamento del corpo al clima molto freddo. Nelle giornate più rigide dell’inverno, quando usciamo di casa, il sangue si ritira a difesa delle parti interne, come stomaco, reni, fegato, e lascia per così dire scoperte le estremità: la pelle di mani, piedi e viso non è più irrorata adeguatamente dal sangue né nutrita dall’ossigeno che il sangue stesso porta con sé. Quindi resta più esposta all’azione del freddo che determina la comparsa dei geloni. I giorni in cui si è più a rischio geloni sono quelli in cui avviene una brusca discesa della temperatura perché il corpo non è preparato a fronteggiare il cambiamento climatico.

 

I geloni si distinguono in base all’intensità con cui si manifestano:
1° grado: colpisce soltanto l’epidermide;
2° grado: si manifesta anche con necrosi dell’epidermide e formazione di bolle;
3° grado: si presenta anche con piaghe nerastre o bluastre;
4° grado: non si limita alle estremità, ma colpisce anche muscoli e tendini.

Ci sono poi alcuni fattori che possono aumentare il rischio di geloni, come la già citata esposizione della pelle al freddo, di solito associata a climi umidi e temperati. Non a caso i geloni sono meno comuni nei paesi in cui le temperature sono più estreme: l'aria è infatti più secca e le persone hanno adeguato le loro condizioni di vita e di abbigliamento. Inoltre, il rischio di geloni sale durante il periodo che va dall’inizio dell’inverno fino alla primavera. Oltre ai fattori climatici, bisogna annotare anche una certa predisposizione personale ai geloni, come il basso peso corporeo, la scarsa o mal nutrizione, e una tendenza familiare a soffrirne.

Detto ciò, è necessario sottolineare che alcune tipologie di persone, se esposte al freddo sono più sensibili alle variazioni di temperatura e ai geloni. Per esempio le donne ne soffrono più degli uomini, i fumatori sono più a rischio rispetto a chi non fuma, pazienti con malattie vascolari periferiche hanno i geloni a causa del diabete o dell’iperlipidemia, e infine sono più sensibili ai cambi di temperatura i pazienti con malattie del tessuto connettivo, in particolare lupus eritematoso, sclerosi sistemica o in associazione con il fenomeno di Raynaud (vasospasmo eccessivo dei piccoli vasi sanguigni delle dita).

Le persone che assumono diversi farmaci per controllare le patologie, devono inoltre fare i conti con gli effetti collaterali di alcuni medicinali che, come i beta-bloccanti, possono causare la costrizione dei piccoli vasi sanguigni. Questo può essere sufficiente per rendere il paziente incline a sviluppare geloni ricorrenti.

I geloni possono causare complicazioni soprattutto se insorgono le vesciche da cui possono svilupparsi ulcere e cicatrici. Eventuali infezioni delle lesioni possono provocare gravi danni, se trascurate. I geloni possono anche determinare una decolorazione permanente della pelle.

Il trattamento dei geloni prevede l’uso di:
Creme a base di corticosteroidi: l'applicazione topica di corticosteroidi può aiutare ad alleviare prurito e gonfiore.

Terapia farmacologica. La nifedipina può essere prescritta per trattare i casi più gravi o ricorrenti. Questo farmaco abbassa la pressione del sangue e provoca vasodilatazione riducendo il dolore, agevolando la guarigione e prevenendo le recidive. Gli effetti collaterali possono includere vampate di calore e mal di testa.

Prevenzione delle infezioni. Se la pelle è danneggiata, il trattamento comprende la pulizia con un antisettico e la protezione delle ferite. Se subentra un'infezione, il medico può prescrivere degli antibiotici in genere per via locale.



Fonti:

Per saperne di più:

1. Ivo Bianchi Il regno dei funghi parte 2 La medicina Biologica n° 2 /2007 pag 59-60
2. Ivo Bianchi Le ranuncolacee La medicina biologica n°2/2006 pag 44-45
3. Eritema pernio / R. Gianotti, A. Coggi, E. Alessi. - In: Incontri dermatologici. - 21:2(2007), pp. 46-46. Convegno Incontri Dermatologici: Meeting tenutosi a Segrate (MI) nel 2007.
4. G. Micali e coll. Le basi della dermatologia Grafiche Porpora Milano 2012
5. Bruno Brigo Omeopatia e dermatologia Prevenzione e trattamento delle affezioni cutanee Tecniche Nuove 2001





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