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Orticaria solare: definizione e cure naturali

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Orticaria Solare: pomfi Orticaria Solare: pomfi


Scritto da

Dr.ssa Maria Letizia Primo


Pubblicato il 05/08/2014

Modificato il 05/08/2014

L'orticaria solare è la manifestazione di un'ipersensibilità cutanea filtrata dalle IgE, e può essere causata da fattori primari e secondari o indotta da una fotosensibilizzazione esogena, rappresenta circa lo 0,5-1% di tutte le forme di orticaria e colpisce persone di ogni età, soprattutto quelle tra i 20 e 50 anni. 
Questa forma di dermatosi dura circa 7 anni e poi regredisce spontaneamente, ma nel 20-30% dei casi può continuare a manifestarsi per tutta la vita.

L’orticaria solare si chiama così perché il principale elemento scatenante è appunto il sole, tanto che il disturbo compare nei primi giorni di esposizione a partire dalla primavera. Le zone più colpite dal disturbo sono quelle esposte al sole anche se ricoperte da indumenti trasparenti. Può accadere, però, che non ne siano interessate quelle parti del corpo che di solito sono costantemente esposte alla luce, per esempio il volto e le mani. Questa caratteristica differenzia l’orticaria solare dalla fotodermatite polimorfa, Polymorphous light eruption o PMLE, che interessa anche volto e mani e provoca lesioni come vescicole, papule, eritemi e pomfi.

L’orticaria solare si presenta già dopo pochi minuti di esposizione al sole e si riconosce dalla comparsa di caratteristiche lesioni o macchie arrossate che provocano prurito e un’intensa sensazione puntoria, disturbi che in genere durano da 1 a 5 ore.

Se l’orticaria è particolarmente intensa e pervasiva, i fastidi descritti possono presentarsi anche dopo 5 ore o associarsi alla comparsa di piccoli pomfi o chiazze di dimensioni maggiori.

Le persone che hanno una pelle molto sensibile dovrebbero evitare i bagni di sole e un’esposizione prolungata che potrebbe causare la comparsa di un’orticaria generalizzata con broncospasmo, ipotensione e perdita di coscienza. Se una superficie abbastanza grande del corpo ne è colpita, la perdita di liquido nella pelle può provocare stordimento, pallore e nausea. Se si riscontrano questi sintomi è necessario interrompere l'esposizione per non aggravarli.


L’orticaria solare si classifica in due forme: 

1. Forme primitive, la maggioranza, la cui patogenesi non è ancora ben conosciuta e che sono legate a raggi UVB, UVA e luce visibile;

2. forme secondarie che comprendono alcune forme di porfiria, come la porfiria cutanea tarda ed eritropoietina, e provocate da LES. 

Diagnosi.Può essere difficile diagnosticare l’orticaria solare, per questo si ricorre ad alcuni fototest tra cui il photopatch test, i fototest classici, i test di fotoprovocazione e diverse prove di laboratorio. Tutti questi test sono necessari per determinare l'afflizione esatta di cui il paziente sta soffrendo. 

I Photopatch test sono dei patch test condotti quando si ritiene che un paziente stia vivendo alcuni sintomi di un'allergia che si verifica solo quando si è in contatto con la luce solare. Dopo la procedura, il paziente viene sottoposto a un basso dosaggio di radiazioni UVA.

Il foto test è quello più utile per identificare l'orticaria solare: segmenti di pelle di un centimetro vengono sottoposti a diverse quantità di radiazioni UVA e UVB per determinare qual è il dosaggio specifico della certa forma di radiazione che provoca l'orticaria. Durante il test per la forma meno intensa di orticaria solare, le prove  sono effettuate solo nelle zone di pelle dove sono apparse le eruzioni, per evitare la possibilità di ottenere risultati falsi negativi.

Il test di provocazione viene eseguito esponendo le natiche del paziente prima ai raggi UVA, poi agli UVB usando simulatori solari con filtri o monocromatori. Nei pazienti che non reagiscono agli UVA e agli UVB, dovrebbe essere valutato l’effetto dell’esposizione alla luce visibile utilizzando un proiettore, come quello per le diapositive, tenuto alla distanza di 10 cm. In caso di positività, entro 10 minuti dall’esposizione, compare una reazione da orticaria solare, spesso pruriginosa e a volte accompagnata da una sensazione di bruciore. La dose di radiazione UV e il tempo di esposizione alla luce possono essere variati al fine di definire la soglia di comparsa dell’orticaria, l’andamento della malattia e la risposta alla terapia.

Infine, vi sono prove di laboratorio che generalmente comportano procedure come l'analisi di sangue, urina, feci e test biochimici. In alcune situazioni, può essere eseguita una biopsia cutanea

Il rimedio naturale più immediato contro l’orticaria solare è la ridotta esposizione alla luce solare specie nelle ore più calde; inoltre si può ricorrere a farmaci a base di anti-istaminici e cortisonici. Nei casi più gravi è possibile affiancare a questi farmaci una terapia a base di granuli di anti-agebronz e anti-age sol, 5 granuli dei due preparati al giorno da iniziare in primavera e proseguire per tutta l’estate. In caso di prurito, Ovixcompresse 2 compresse due-tre volte al giorno (come antistaminico naturale) ed Ovix pomata sulle parti eritematose alternata con Camomilla heelpomata. Queste indicazioni sono ottime anche per preparare la pelle al sole prima di esporla in vacanza alla luce solare: in questo caso è consigliato iniziare la somministrazione dei granuli un mese prima delle vacanze e proseguirla per tutto il periodo di esposizione.



Fonti:

Per saperne di più:
   - AAVV Terapie d’avanguardia Compendium Nuova Ipsa Ed 2014
   - Lugovi? Mihi? L, Bulat V, Situm M, Cavka V, Krolo I, Allergic hypersensitivity skin reactions following sun exposure in Collegium Antropologicum, vol. 32, nº 2, October 2008, pp. 153–7. PMID 19138019
   - Botto NC, Warshaw EM, Solar urticaria in Journal of the American Academy of Dermatology, vol. 59, nº 6, December 2008, pp. 909–20; quiz 921–2. DOI:10.1016/j.jaad.2008.08.020
   - Dice JP, Physical urticaria in Immunology and Allergy Clinics of North America, vol. 24, nº 2, May 2004, pp. 225–46, vi.DOI:10.1016/j.iac.2004.01.005 Dr. P. Pedrali, Chambery L’omogenato di uova di quaglia ovix valutazione clinica La medicina Biologica 1995/2 pag 25-29
   - 
PERUGINI F. – Probiotica e Medicina Biologica nella terapia delle patologie respiratorie allergiche stagionali - La Med. Biol., Gennaio-Marzo 2002; 39-46
   - VERGNAUD S., BRUTTMANN G., LOUWAGIE M., MOREL F. – Effetto inibitorio dell’ovomucoide di uovo di quaglia giapponese sull’attività di tripsina ed elastasi umane. La Med. Biol.,2007/2; 5 -13.
   - BRUTTMANN G. – L’ovomucoide di uovo di quaglia giapponese specie B. Mina è efficace inibitore dell’infiammazione allergica.  Stato dell’Arte al 2004. La Med. Biol., 2005/1; 35-42.
   - BRUTTMANN G la pelle specchio dell’infiammazione allergica: nuovi concetti .La Med. Biol., 2001/4; pag 23-29





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