Scritto da Dott.ssa Maria Letizia Primo
Pubblicato il 26/02/2014
Modificato il 26/02/2014
Cos’è l’organoterapia.
L’organoterapia è una pratica terapeutica con diversi campi di applicazione.
Esiste una organoterapia convenzionale: uso di estratti di organo o tessuto di derivazione animale o umana da parte della medicina convenzionale (trasfusione di sangue, gammaglobuline, estratti epatici, estratti surrenalici, fosfolipidi ipotalamici, ghiandole endocrine essiccate, etc.).
Organoterapia omeopatica: uso di organi di animali diluiti omeopaticamente e dinamizzati. Questa terapia è stata prevalentemente introdotta dalla Scuola Omeopatica Francese. Solitamente, si impiegano granuli in diluizione 4-5CH per stimolare la funzione dell’organo corrispondente, 7CH per modulare e 30CH per rallentare la funzione stessa.
Organoterapia omotossicologica: ideata da Reckeweg che aveva considerato la somiglianza strutturale e biochimica tra organi umani e suini. Tutto ebbe inizio dalla constatazione che molte malattie, come ad esempio l’influenza, vengono facilmente trasmesse dal maiale all’uomo, presumibilmente per parziale somiglianza genetica. L’organo di suino, molto simile strutturalmente e biochimicamente a quello umano, privo dei pericoli dell’organo di ovino (parassiti) e dell’organo bovino (encefalopatia spongiforme), si presta efficacemente all’Organoterapia. I tessuti del maiale sono fisiologicamente steatosici. Si tratta, quindi, di tessuti alterati da accumulo tossinico. Ciò li rende particolarmente adatti all’impiego terapeutico omotossicologico poiché fungono da stimolo organoterapico e antigenico. L’Organoterapia di Reckeweg è, quindi, una terapia nosodica d’organo.Reckeweg introduce per primo il concetto di organo - immuno - terapia.
Come è nata l’organoterapia.
La terapia con i preparati d'organo vanta una lunga tradizione in molti Paesi Europei, tra cui Germania e Francia. A seconda del livello di integrazione, questi hanno effetti, oltre che sostitutivi e di sostegno delle funzioni, anche rigenerativi dei tessuti. Vengono pertanto utilizzati soprattutto in caso di malattie croniche e degenerative, nelle insufficienze funzionali organiche e in Geriatria.
Tra le diverse preparazioni di organi, cellule, frazioni cellulari, estratti, ultrafiltrati, lisati, derivati, enzimi e combinazioni di questi, gli organi di suino omeopatizzati utilizzati in Medicina Omotossicologica rappresentano un gruppo distinto. Secondo la classificazione di Schmid sono stati denominati "di organo" perché contengono tutti i componenti tissutali di ciascun organo. Gli organi di suino utilizzati in Medicina Omotossicologica vengono prodotti in conformità alla Norma 42 della Farmacopea Omeopatica Ufficiale Tedesca: sono tessuti organici diluiti e dinamizzati le cui sostanze di partenza provengono da suini sani. I farmaci, che vengono prodotti dal suino, vengono definiti "suis". Gli organi di suino omeopatizzati ampliano la gamma dei farmaci omeopatici classici e sono volti particolarmente al riequilibrio di deficit funzionali ed alterazioni organiche degenerative.
Secondo Schmid gli organi di suino omeopatizzati contengono molti o tutti i componenti tissutali di un organo: oltre alle componenti cellulari differenziate (p.es. cellule epatiche, cellule timiche, etc.), questi farmaci contengono, tra l'altro, anche i tessuti connettivi, vascolari e la sostanza fondamentale
Il Prof. H.H. Reckeweg, padre e fondatore della Medicina Omotossicologica, aveva scelto come donatore per i preparati d'organo omeopatizzati, il suino, poiché la complessione chimica e biologica di questa specie presenta numerose affinità con quella dell'organismo umano: tale affinità ha indotto la possibilità di utilizzare questa specie per i trapianti d'organo nell'uomo.
Dal punto di vista omeopatico, un preparato d'organo omeopatizzato di origine suina può essere considerato come il "simile" dell'organo umano omologo, poiché, nonostante l'appartenenza ad una diversa specie, sussistono numerose analogie funzionali e strutturali. Reckeweg attribuisce, pertanto, agli organi di suino omeopatizzati una maggiore efficacia rispetto ai preparati ottenuti dal bovino o dall'ovino
Organoterapia: origine dei tessuti utilizzati e produzione
Le Normative sulla produzione dei farmaci con componenti di origine animale sono stabilite dal Ministero della Sanità che ha il compito di pronunciarsi sulla riduzione dei rischi di infezione da zoonosi (Normative sulle Zoonosi).
Tutti i suini destinati alla donazione di organi per la produzione di farmaci omeopatici appartengono ad un allevamento denominato SPF (Spezifisch PathogenFrei = specificamente privo di agenti patogeni); il loro albero genealogico viene registrato e risponde alle condizioni imposte dalla normativa sull'igiene e sul mantenimento del suino Questi animali vengono confinati nell'allevamento in cui verranno cresciuti dopo la nascita per circa 8 settimane; qui sono presenti animali allevati unicamente per questo scopo.
I locali dell'allevamento sono occupati solo da suini destinati al prelievo degli organi. L'impostazione logistica dell'allevamento risponde a tutti i requisiti richiesti dalla Normativa sull'Igiene, emanata dal Ministero dell'Agricoltura. Dopo avere prelevato gli animali da macellare, i locali, rimasti vuoti, vengono puliti e disinfettati prima di essere occupati da nuovi animali. L'alimentazione è costituita solo da mangimi vegetali prodotti dalla stessa Azienda, integratori proteici ed una miscela di sostanze minerali.
L'uso di farine animali o prodotti di scarto è rigorosamente escluso. Ad intervalli regolari (ed eventualmente anche in caso di necessità), gli animali vengono controllati dal Servizio Sanitario Nazionale competente, come previsto dalle Direttive Sanitarie sugli allevamenti e vengono tenuti sotto controllo dal veterinario aziendale. Prima della macellazione gli animali vengono visitati dall'Ufficiale Sanitario preposto. Gli organi ed i tessuti prelevati, una volta resi noti i risultati di tutte le analisi ed aver ottenuto l'autorizzazione da parte del Controllo di Qualità (norma 42 della Farmacopea Omeopatica), vengono catalogati come sostanza proteica e conservati in glicerolo (85%), mezzo idoneo alla conservazione delle proteine di origine animale. Il materiale organico previamente sminuzzato (p.es. fegato, tiroide, cornea, muscolo, ovaio), si presenta in fine sospensione.
A partire da questa tintura madre vengono effettuate le diluizioni successive fino al grado di potenza indicato dalla Farmacopea Omeopatica .Come per tutti i farmaci omeopatici, anche per gli organi di suino omeopatizzati vale il principio secondo cui alle basse diluizioni, in cui sono ancora presenti molecole della sostanza di partenza, gli effetti farmacologici e quelli energetici si sinergizzano.
I requisiti precedentemente indicati sull'igiene e l'allevamento degli animali, garantiscono la massima riduzione dei rischi di contaminazione da parte di agenti patogeni. Per il Prof. H.H. Reckeweg, l'uso dei “suis” è utile specialmente nelle patologie che rientrano nelle Fasi di Impregnazione e Degenerazione, ma, in via sperimentale, anche nelle malattie tumorali in fase di Dedifferenziazione. Egli, inoltre, evidenzia che l'effetto di un organo simile è più "profondo" di quello dell'organo originario, in quanto quest'ultimo agisce come isopatico. Il principio del simile, sec. Reckeweg, prevede effetti più profondi della terapia isopatica perché induce ulteriori meccanismi aggiuntivi.
L'azione degli organi di suino omeopatizzati, utilizzati come simile dell'organo umano malato, permette, quindi, un'azione secondo i principi dell'Omeopatia. Aumentando la diluizione, dagli effetti biochimici sulla sostanza organica, si passa ai meccanismi d'azione energetica sul piano informazionale. I preparati d'organo di suino omeopatizzati vengono utilizzati nelle malattie degli organi umani omologhi per lo più in associazione con altri farmaci, biologici e non.
Un'ampia casistica ottenuta dall'osservazione clinica conferma l'efficacia dei "suis" nelle terapie che considerano il quadro globale, sintomatologico e costituzionale.
A questo proposito si devono ricordare le pubblicazioni di Vill, che ha ottenuto risultati sorprendenti anche in patologie con danni organici avanzati, come Veith ha potuto dimostrare impiegando i "suis" omeopatizzati in terapia protogerontologica, è anche possibile ottenere un miglioramento ed una normalizzazione dei valori di laboratorio in pazienti anziani con quadro clinico non ancora patologico, ma con parametri di laboratorio alterati nell'ambito del sistema eritropoietico, del metabolismo lipidico, glicidico e proteico, del metabolismo dei minerali e della funzione epato-pancreatica esocrina.
La percentuale dei pazienti che hanno presentato un miglioramento o una normalizzazione dei valori dopo 14 giorni di terapia con diversi preparati di organo di suino ed altri farmaci omeopatici, oscillava tra il 3,8 ed il 91% In tutti i casi si è osservata una rivitalizzazione sul piano fisico e psichico sia oggettiva che soggettiva.
In una Medicina che sempre più è tesa verso il benessere e la rivitalizzazione e che sempre più spesso si deve occupare di malattie croniche, gli organoterapici omeopatizzati, soprattutto nel quadro di una terapia biologica olistica, possono fornire un valido contributo per l'ottimizzazione della risoluzione delle necessità quotidiane del paziente.
L’Organoterapia suis è la strategia terapeutica omotossicologica rivolta alla patologia cronica. Nelle patologie croniche, quindi, Organoterapia suis e la terapia con i catalizzatori intermedi rappresentano la chiave dell’intervento omotossicologico.
1. BERGERET C., TETAU M. – L'organothérapie diluée et dynamisée. Paris: Librairie Maloine 1971. 2. HEINE H. – Serumtherapie zur Anregung der physiologischen Leukozytolyse.De Natura Rerum 1992: 6 (4):308-13. 3. KIRKMANN R.L. – Of swine and man: organ physiology in different species In: Hardy MA (ed.). Xenograft 25. Amsterdam: Elsevier 1989. 4. RECKEWEG H.H. – Homotoxikologie - Ganzheitsschau einer Synthese der Medizin. 6. Auflage. Baden-Baden: Aurelia 1986. 5. SCHMID F. – Antihomotoxische und Organotherapie als synergistisches Konzept. BioI Med 1994; 23 (2): 73-8.
Fonti:
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