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Lo studio, donne perdonano più degli uomini

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L'empatia femminile è il segreto per cancellare i rancori

Empatia femminile Empatia femminile


Scritto da

AdnKronos Salute (Agenzia Giornalistica di Comunicazione)

 


Pubblicato il 14/03/2011

Modificato il 14/03/2011

Che si tratti di un tradimento in grande stile o di una bugia innocente, le donne perdonano di più degli uomini. Non solo all'interno della coppia, ma anche se si tratta di amici e parenti.

 

Lo rivela uno studio dell'università dei Paesi Baschi (Spagna), che ha analizzato le differenze che caratterizzano i due sessi, ma anche diverse generazioni, in termini di capacità di perdonare. E secondo i risultati, pubblicati sulla 'Revista Latinoamericana de Psicología', i genitori perdonano di più rispetto ai figli, mentre le donne lo fanno, appunto, più degli uomini.

 

Maite Garaigordobil, docente alla Facoltà di Psicologia dell'ateneo basco, ha scoperto insieme al suo team di scienziati che il fattore decisivo nella capacità di perdonare è l'empatia e che le donne hanno un vero e proprio talento rispetto agli uomini in questo senso: si mettono molto più spesso nei panni dell'altro, comprendendone le ragioni e arrivando spesso a cancellare ogni rancore.

 

L'indagine è stata portata avanti con la collaborazione di 140 partecipanti: genitori e figli con un'età compresa fra 45 e 60 anni e fra 17 e 25 anni. Sono emersi interessanti elementi che pare rendano più facile perdonare: prima di tutto, che la persona 'incriminata' mostri rimorso e, poi, il fatto di non voler serbare rancore a lungo.

 

L'esperimento ha evidenziato infine che l'educazione familiare e scolastica è un fattore chiave per insegnare a perdonare senza troppi sforzi. I risultati dello studio saranno ora utilizzati dagli esperti in pazienti in psicoterapia a seguito di maltrattamenti fisici o psicologici o tradimenti coniugali.



Fonti:

Maganto, Carmen, Garaigordobil, Maite. “Evaluación del perdón: Diferencias generacionales y
diferencias de sexo”. Revista Latinoamericana de Psicología 42 (3): 391-403, septiembre de
2010. ISSN 0120-0534 - Per approfondire Vedi Link





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