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Terapia ormonale sostitutiva: davvero sicura?

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La terapia ormonale sostitutiva per le donne in menopausa è efficace e sicura?

Terapia ormonale sostitutiva: davvero sicura? Terapia ormonale sostitutiva: davvero sicura?


Scritto da

AdnKronos Salute (Agenzia Giornalistica di Comunicazione)


Pubblicato il 16/03/2011

Modificato il 16/03/2011

Secondo uno studio del Georgetown University Medical Center di Washington D.C. (Usa) pubblicato su 'Plos Medicine', se i medici ricevono dall'industria inviti a intervenire come speaker a eventi, a prestare consulenze oppure ottengono fondi per la ricerca, c'è più possibilità che questi trattamenti vengano poi 'promossi' nelle pubblicazioni che firmano questi esperti. In più questi articoli possono influenzare l'attività prescrittiva di altri medici. Negli ultimi 30 anni gli ormoni sostitutivi per la menopausa sono stati al centro del dibattito scientifico e uno studio del 2004 (Women's Health Initiative) su oltre 26 mila donne ha mostrato i loro rischi, fra cui ictus, trombosi, demenza, incontinenza e anche tumori.

 

Due anni dopo la pubblicazione di questa indagine, però, un sondaggio su oltre 700 ginecologici ha evidenziato che quasi la metà degli specialisti non considerava i risultati della Women's Health Initiative attendibili. Questo nuovo studio mira invece a capire se negli articoli scientifici sia possibile rintracciare un atteggiamento 'promozionale' nei confronti di queste terapie. Gli autori hanno identificato 340 articoli rilevanti, pubblicati fra il luglio 2002 e il giugno 2006, focalizzandosi sugli autori che avevano firmato quattro o più pubblicazioni sul tema. Anche se la maggior parte degli articoli è apparsa scientificamente accurata, in 50 testi veniva suggerito che i trial clinici non dovrebbero essere la base su cui si costruisce il trattamento dei singoli pazienti, che i rischi associati con la terapia ormonale sostitutiva sono stati descritti con esagerazione, e che i benefici sono stati o saranno comunque provati.

 

Sui 10 autori più produttivi, è emerso che otto avevano ricevuto pagamenti per congressi o consulenze da aziende produttrici di questi farmaci. E che 30 dei 32 studi che promuovevano il trattamento sono stati firmati da autori con potenziale conflitto d'interesse. In sintesi, gli articoli che promuovono la terapia sostitutiva hanno il doppio delle possibilità di essere scritti da autori con potenziali conflitti d'interesse. "Potrebbe esserci una connessione tra i fondi dell'industria perla ricerca, i congressi, le consulenze - sottolineano gli esperti - e la pubblicazione di articoli promozionali sulla terapia ormonale in menopausa. I medici devono quindi fare attenzione quando li leggono", avvertono.



Fonti:

Per approfondire: Vedi Link





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