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Terapia per la spina bifida prima della nascita

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Intervento per 'curare' la spina bifida già nel pancione. Studio su 158 future mamme, raddoppiano le possibilità per il bebè di camminare

Intervento la spina bifida Intervento la spina bifida


Scritto da

Rachele Sardella


Pubblicato il 18/02/2011

Modificato il 18/02/2011

Intervenire sulla spina bifida già dal pancione, quando la futura madre scopre che il bebè che ha in grembo farà i conti con questa malattia che colpisce colonna vertebrale e midollo spinale. Ricorrere al bisturi ancor prima che il piccolo veda la luce raddoppia le probabilità che un giorno il bimbo possa camminare sulle sue gambe, stando almeno a uno studio della University of California di San Francisco.

 

La ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine e rimbalzata sul Washington Post, mostra inoltre che intervenire nel corso della gravidanza riduce significativamente le possibilità che un giorno il bimbo debba sottoporsi a un intervento noto tra gli addetti ai lavori come shunt chirurgico. "E' uno studio molto promettente - sottolinea Diana Farmer, dell'ateneo californiano e di uno dei tre centri coinvolti nello studio - dai risultati decisamente emozionanti". Tant'è che i ricercatori che lo hanno condotto, invitano i futuri genitori a prendere seriamente in considerazione l'intervento, per ora disponibile nei 3 centri arruolati nello studio: il Children's Hospital di Philadelphia, la Vanderbilt University di Nashville e la University of California a San Francisco.

 

La nuova tecnica è stata testata su 158 future mamme, tra la 19esima e la 26esima settimana di gravidanza. Inizialmente doveva essere sperimentata su 200 casi, ma a dicembre lo studio è stato interrotto perché i risultati sembravano particolarmente promettenti. A 1,5/2 anni dall'intervento, il 42% dei piccoli poteva camminare contro il 21% di quelli che erano stato operati dopo la nascita.

 

L'intervento, riconoscono tuttavia gli studiosi che hanno condotto la ricerca, comporta alcuni rischi. Le madri che si sono sottoposte all'operazione avevano maggiori probabilità di veder nascere i loro piccoli prematuramente, con più rischi di incorrere in problemi respiratori per il bebè. Ma in generale, assicurano, la procedura sembra portare più benefici che problemi.



Fonti:

AdnKronos Salute (Agenzia Giornalistica di Comunicazione)

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